"Non me ne sono mai andato con la mente, ma solo con il corpo". Torna a casa il figliol prodigo. Giuseppe Carbone si ripresenta sulla panchina del Cus Avellino, senza pero' mai averla abbandonata definitivamente. La sua è stata una pausa riflessiva, mai un divorzio consensuale con la società. Raggiunto telefonicamente dalla redazione di punto5.it il tecnico spiega di essere stato sempre in contatto con i componenti dell'organico e aver vissuto con pathos tutte le vicende interne: "Io non mi sento un allenatore. Mi sento l'allenatore del Cus Avellino. Già all'indomani del mio periodo sabbatico iniziai a sentirmi quotidianamente con i ragazzi e con i dirigenti Lanzetta e Izzo". Carbone specifica i segnali che voleva dare al collettivo e cosa è cambiato nell'ultimo mese: "Con le mie dimissioni volevo dare una svolta alla squadra in piena crisi di risultati e di gioco. Volevo ricaricarmi anche io facendo un esame di coscienza. Ho denotato che ora qualcosa sia cambiato. E come se si fosse invertita la rotta conquistando 4 vittorie in 6 gare. Chiaramente non tutto è risolto sotto l'aspetto tecnico e toccherà a me apportare alcune modifiche. L'importante è che siano arrivati i risultati positivi". I bianco-verdi possono lottare per i play off? "Sicuramente lotteremo fino alla fine-promette il coach. Anche l'Acacie lotterà con noi e bisognerà fare attenzione a non dilatare il gap tra la seconda e la terza perché se dovesse essere superiore ai dieci punti, non si farebbero i play off".