Nessuno può conoscere un mondo meglio di chi lo vive dall’interno. Per parlare di un sistema chiuso e radicato non c’è niente di meglio che affidarsi all’esperienza di una persona che conosce l’ambiente, lo respira ogni giorno e lo vive con passione viscerale, da mattina a sera. Il nostro uomo è mister Vincenzo Panico, un veterano del Futsal, con otto anni di militanza nei ruoli più svariati ed un bagaglio di esperienza notevolissimo, che ha gentilmente messo a disposizione per noi de “L’InchiESTa”.
Mister Panico, secondo lei il “movimento” Futsal è ben radicato sul territorio?
“Il calcio a 5, a livello provinciale, è uno sport che secondo me in questo momento vive una fase di stallo, dove non ci sono margini di crescita e di evoluzione. Lo sviluppo sul territorio resta quasi nullo perché la maggior parte delle persone che dovrebbero aiutare a sviluppare e a identificare questa disciplina non fa molto a tal fine. Manca una vera e propria cultura del Calcio a 5: una pratica sportiva che favorisca l’acquisizione dell’autostima e l’insegnamento di valori quali l’umiltà e il rispetto da parte dei compagni di squadra e degli avversari”.
Come si costruisce un serio progetto sportivo di calcio a 5 ?
“Si parte da una base irrinunciabile: la società e la sua struttura devono fungere da fondamenta per lo sviluppo del progetto. Le società dovrebbero essere costituite da dirigenti capaci di formare un struttura con lo scopo di diffondere la cultura del calcio a 5. Un pool di menti che dovrebbe lottare per curare lo scopo prefissato, senza concentrarsi sugli interessi personali. È importante cercare sempre collaboratori, calcettisti e allenatori utili per far “vivere” il progetto. Per far questo occorre che obiettivi e forza economica siano compatibili. Vincere e proporsi in categorie superiori senza basi non serve a nulla. Si vive sugli allori per qualche anno e poi si fallisce. Che senso ha tutto questo? Non si può fare il passo più lungo della gamba!”
Si considera un buon allenatore?
“Sono innamorato del Calcio a 5 e cerco di insegnare ai miei calcettisti tutto ciò che ho imparato in questi anni, e lo faccio con la massima lealtà, trasparenza e rispetto. Seguendo questa linea comportamentale puoi guardare in faccia chiunque senza dover abbassare lo sguardo”.
Com’è il rapporto con i suoi colleghi?
“Io ho una stima assoluta per i miei colleghi; ci sono alcuni colleghi “amici” con cui ci sarà sempre una forte ammirazione reciproca, anche se a mio parere sono sempre troppo pochi. Poi ho molti colleghi “nemici”, per i quali ho grande rispetto. Nel mio percorso però ho incontrato allenatori che fingendosi amici poi si sono rivelati dei vigliacchi, sfruttando le situazioni a proprio favore. Ho avuto tante delusioni da persone che credevo diverse e invece si sono rivelati dei grandissimi ipocriti”.
Si spieghi meglio, che succede di preciso?
“Io credo sia squallido proporsi ai presidenti di società dove c’è già l’allenatore. C’è gente senza scrupoli pronta a sperare nelle disgrazie altrui. Dove è la correttezza? Un allenatore corretto è colui che dopo una sconfitta sportiva porge la mano all’avversario facendogli i complimenti sinceri. È brutto sentirsi in diritto di essere “venerati” per le proprie qualità quando si vince, senza salutare né avere rispetto per l’avversario, soprattutto quando ha perso. Un allenatore serio è colui che ha delle idee e le rispetta fino in fondo. Non puoi parlare male di una persona e il giorno dopo andarci a cena. Non si può elogiare o criticare una persona a seconda dell’interlocutore. Costoro sono dei poveretti per i quali provo soltanto indifferenza”.
E che pensa invece dei tanti calcettisti che ha incontrato?
“Il calcio a 5 è uno sport estremamente tecnico, nel quale l’intuito, la velocità e la comprensione degli schemi di gioco sono fondamentali. Una delle premesse del successo di una squadra è una specie di gioco a memoria, che significa conoscenza reciproca dei possibili spostamenti, delle geometrie e dell’evoluzione di un’azione. Un buon calcettisti deve amare la propria “professione”: non è possibile giocare a Futsal e non identificarsi pienamente in questo sport; non è assolutamente proponibile cercare l’esaltazione egocentrica delle proprie doti tecniche per fini esclusivamente personali. Sei contento se giochi e la squadra perde – sei triste se non giochi e la squadra vince. È possibile tutto questo? E c’è di peggio: calcettisti tesserati con una società che nello stesso tempo si allenano anche con altre squadre. E che poi hanno il anche il coraggio di giudicare gli altri… Per fortuna c’è una parte sana di bravi atleti che onorano questo sport con impegno e dedizione ed è per loro che bisogna lottare con l’obiettivo di eliminare il marcio!”
In un colloquio informale che abbiamo avuto lei ha spesso usato i termini “fallito” e “vincente”. Chi sono e cosa rappresentano queste figure?
“Quelli che io chiamo falliti sono tutti coloro che hanno fatto o che faranno calcio a 5 senza programmazione e solo per il gusto di essere protagonisti “momentanei”. Questi perdenti hanno vita breve, perché non hanno la cultura della disciplina sportiva che vogliono diffondere. La cosa paradossale è che questi personaggi sono poi i primi a giudicare e a sputare sentenze.
Quindi, ovviamente, i “vincenti” sono l’esatto opposto…
“Esattamente. I vincenti per me sono coloro che hanno una programmazione e una serie di obiettivi a breve e lungo termine basati sulla conoscenza della cultura del Calcio a 5. Non serve a nulla vincere un paio di campionati per poi fallire e scomparire; molto più utile costruire una prima squadra e un settore giovanile che negli anni ti potrà portare ad avere una solidità societaria e straordinarie soddisfazioni con lo sviluppo e la crescita di giovani campioni. A tutti chiedo di divulgare questo sport cercando di isolare i soggetti che non potranno mai farlo crescere”.
Allenatori e calcettisti: sono loro quindi il motore di questa disciplina?
“Sì, ma non solo. Per chiudere vorrei sottolineare un’altra importantissima figura di questo ambiente: quella presidenziale. Il Presidente rappresenta lo specchio “reale” della sua società e non può tollerare comportamenti scorretti, non leali privi di etica comportamentale fingendosi un corpo estraneo. È una presa per i fondelli quando la massima figura societaria dichiara di non condividere una scelta e poi non prendere seri provvedimenti”.
Vive da tanto tempo in questo ambiente, c’è qualche amico a cui è particolarmente legato?
“Sì, e con l vostro permesso vorrei salutarli e ringraziarli tutti. A partire da Andrea De Sena, che mi ha fatto conoscere il mondo del calcio a 5 invitandomi e presentandomi alla società “Castelcisterna M.G.” dell’allenatore Aldo Sprone, che mi ha dato la possibilità di iniziare a giocare. La sua fiducia mi ha permesso di cominciare a formare la mia identità di calcettista. Un’annata bellissima dove ho trascorso momenti irripetibili, di assoluto divertimento, con persone straordinarie. Ringrazio Franco e Luigi Passarelli, Ernesto Ianuale con i quali ho fondato ”Eurofer Pomigliano” e ho potuto cosi consolidare e potenziare le mie idee da calcettista e coinvolgere nel progetto calcio a 5 Nicola Mauriello. Nella storia Eurofer ho conosciuto tante valide persone e ho imparato a valutare e a capire i vari aspetti di crescita che sono poi sfociati nell’inizio della mia avventura di allenatore.
Ringrazio la grande famiglia del “Futsal Pomigliano”: i giocatori mi hanno fatto emozionare e gioire esprimendo e realizzando le mie idee tattiche. Ottimo lo staff tecnico, in modo particolare Raffaele Moccia, persona disponibile, presente e competente; Mariano Selcia, un professionista che riesce sempre a starti vicino dando ottimi consigli. Infine un sentito ringraziamento va alla società nelle persone di Nicola Mauriello, Michele Guadagno, Pasquale Allocca, Diego Allocca e il Maresciallo Raffaele Moccia. Sono dei veri maestri di vita, mi sento un allenatore fortunato perché è difficile incontrare persone di così alto livello umano e professionale.
Caro Mister Panico, la ringrazio per la disponibilità. Le auguro tante soddisfazioni sportive!
“Grazie a voi. Sono contento che la vostra Associazione si sia resa disponibile nei miei confronti. Ringrazio Lei e vi invito a proseguire nel vostro percorso di informazione sul territorio. La vostra rivista “L’Inchiesta” è straordinaria e invito tutti a leggerla”.
(La carriera di Vincenzo Panico nel Calcio a 5)
Anno Serie Squadra Ruolo Posizione
2003/2004 D C5 Castelcisterna M.G. Calcettista 10°
2004/2005 D C5 Eurofer Pomigliano Calcettista 3°
2005/2006 D C5 Eurofer Pomigliano Calcettista/Allenatore 6°
2006/2007 D C5 Eurofer Pomigliano Allenatore/ Calcettista 3°
2007/2008 D C5 Futsal Pomigliano Allenatore 5°
2008/2009 D C5 Futsal Pomigliano Allenatore 1°;C.C.
2009/2010 C2 C5 Futsal Pomigliano Allenatore 3°
2010/2011 C2 C5 Futsal Pomigliano Allenatore 5°
Antonio Papa per L'inchiESTa