EDITORIALE. Non avremmo mai immaginato di trascorrere una Pasqua così. Sarebbe stato il momento dei verdetti per tanti campionati, delle attese per i play off, dei bilanci già per qualche società. Ed invece siamo fermi per una pandemia mondiale che ha sconvolto le nostre vite. Siamo chiusi in casa, quasi tutti, da oltre un mese, forse più, i giorni sembrano uguali per chi ha dovuto fermare gli orologi della quotidianità e inventarsi un programma settimanale diverso. Il Governo ha imposto il lockdown fino al 4 maggio, nella speranza che l’emergenza sanitaria relativa alla diffusione del Covid-19 finalmente faccia precipitare la curva del contagio a rischio zero. Ma sarà impensabile riprendere le nostre vite così come le avevamo lasciate. Nulla sarà come prima, tutto è ancora da scrivere, da capire, da verificare, da valutare. Certo è che questi giorni di stop forzato ci hanno imposto una riflessione profonda, ci hanno dato la consapevolezza della bellezza delle piccole cose, quelle a cui non fai caso quando tutto scorre velocemente.
Con Punto 5 il nostro compito è informare, per quello che è il nostro ambito. Abbiamo provato a raccontarvi storie di solidarietà, di amore per la professione in un mondo, quello dei Dilettanti, dove troppo spesso dimentichiamo che al di là di un rettangolo di gioco c’è chi ogni giorno fa il panettiere, il corriere, il tassista, l’autista, il cassiere, il medico, l’infermiere. Tutte quelle attività che ci hanno emozionato dalle parole di chi non si è fermato per consentire di combattere a noi, in casa, questo maledetto virus. E sono storie che ci hanno colpito perché il confine tra la paura e lo spirito di abnegazione per il lavoro ci hanno mostrato tante Donne e Uomini da elogiare.
I social ci offrono oggi la possibilità di entrare nelle vostre case con qualsiasi mezzo, anche quello della diretta, provando a capire le varie opinioni rispetto a quanto sta accadendo, sentendo pareri autorevoli delle istituzioni, dei colleghi, degli addetti ai lavori. In questo momento l’unica parola è il rispetto per i tanti morti, soprattutto in una regione come la Lombardia completamente devastata. Le notizie degli ultimi giorni hanno visto alzare bandiera bianca tanti sport indoor: basket, pallavolo, rugby e pallamano hanno dichiarata chiusa la stagione agonistica in corso.
Il calcio, come prevedibile, è sempre l’ultimo a decidere. Francamente è opinione diffusa e condivisibile che non ci siano le condizioni per tornare in campo. Psicologicamente in molti non hanno alcuna voglia di rimettersi gli scarpini, logisticamente non ci sono strutture e condizioni adeguate per seguire eventuali protocolli che verranno imposti ai club secondo le indicazioni della Federazione medico sportiva per tutelare la salute dei tesserati. Non vediamo come società, soprattutto quelle regionali possano assumersi una responsabilità tale quando le condizioni di vita esterne saranno ancora in una fase di controllo parziale per la paura di esplosioni di altri focolai. C’è altresì il rischio di finire i campionati con molte squadre che forse scenderanno in campo per onor di firma con tanti tesserati andati via e altre addirittura si potrebbero rifiutare. Falsando gare e risultati. Tutto questo è emerso nelle nostre discussioni ed è giusto osservare i tanti punti di vista. Ed è anche il nostro.
Pensavamo ad un punto di non ritorno, il 4 maggio è quello, anche se le decisioni potrebbero arrivare prima. Che il calcio voglia giocare a giugno, a porte chiuse per difendere interessi milionari, libero di farlo. Tamponi e controlli sanitari periodici a tutti i giocatori, staff dirigenziale, tecnico, operatori del settore, ci sono soldi e possibilità che non intravediamo altrove. E’ scoppiata quasi una terza guerra mondiale, la sensazione è che la stragrande maggioranza dei club non voglia rischiare e non voglia giocare, ma è giusto anche che si tutelino i tanti investimenti di questa stagione con azioni adeguate in direzione di classifiche e promozioni da stabilire e gironi da formare per l’anno venturo, in caso di sospensione definitiva.
Tutto deve ricominciare, ci auguriamo che le promesse più importanti siano mantenute. Ci auguriamo che il calcio dei grandi venga incontro con un fondo di solidarietà ai tanti tesserati giocatori Dilettanti che portano avanti famiglie con il loro stipendio, ci auguriamo che la Figc dei grandi capisca le esigenea dei tanti club della Lnd che non hanno le stesse risorse pe ripartire e che milioni di euro vengano realmente distribuiti a chi rappresenta la parte sana dello sport.
Ci auguriamo che ci siano agevolazioni per uscire da una crisi economica che ci porteremo avanti per un anno e oltre. E che prevalga soprattutto il buon senso. Abbiamo scelto la foto di uno striscione semplice, una pezza bianca e una scritta in nero, quella che in tanti campi serve ogni week-end a sostenere i colori di una maglia, di un beniamino. Oggi il nostro tifo è per loro, medici e infermieri che lottano per salvare le vite, il nostro pensiero è per le famiglie che hanno perso una vita senza nemmeno poterla salutare.
Il Futsal si sta mobilitando con tante iniziative, magari sarebbe bello un giorno disputare una partita amichevole con due nazionali rappresentate da giocatori provenienti da tutte le regioni d’Italia e da medici, infermieri per dire loro grazie, tutti insieme.
Buona Pasqua, la percezione di questo silenzio, dei tanti sguardi evitati per paura, diventi presto voglia di abbracci e di sorrisi.