Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia, lunedì sera è stato ospite di “Zona D“, trasmissione storica dedicata al mondo del calcio dilettanti, in onda su TRC tutti i lunedì sera alle 21.35. Incalzato dal conduttore Beppe Indelicato e dagli opinionisti Guido Sani e Mirco Mariotti (ovvero chi scrive l’articolo in questione, ndr), Sibilia ha risposto ad una serie di domande inerenti alle problematiche legate al “nostro calcio”. Questo il testo integrale.
Sui maggiori canali della Rai in Italia, sei uscito fuori in una certa maniera, anche abbastanza energicamente, dove non sei così convinto che si possa riprendere a pieno titolo l’attività, contrariamente a quello che qualcuno sta auspicando che accada…
“Io credo di essere stato sempre coerente nelle dichiarazioni. Io lo sto dicendo da quando, interrompemmo le partite nei comitati Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna dal 23 febbraio e successivamente. Quindi stessa coerenza, abbiamo anticipato gli eventi, abbiamo assunto decisioni come dicevo prima coerenti con quello che era, e che è lo stato del paese. Ovviamente mi rendo conto che, rispetto alla tragedia che stiamo vivendo il coronavirus, noi siamo tenuti, obbligati a prendere delle decisioni importanti e quindi non ci facciamo trovare impreparati. Io sostengo sempre che il diritto principale alla salute deve essere tutelato. Quando noi scenderemo in campo, scenderemo in campo solo con la tutela assoluta dal punto di vista della salute, altrimenti non continueremo. Stiamo aspettando i risultati dell’ultimo incontro che abbiamo avuto col ministro Spadafora, con i medici e appunto siamo in trepidante attesa per capire quello che insieme tutti quanti dobbiamo fare per uscire da questa tragedia che ci ha assalito e quindi se riusciremo a portare avanti campionati“.
A livello federale, la LND pesa per un 34%. Immagino che la tua figura, il tuo movimento sia particolarmente ambito, anche per chi vuole tentare di fare dei giochi strani. Come ti poni di fronte a questa opportunità che qualcuno vorrebbe creare?
“Si sbaglia chi pensa di creare questa opportunità, perché io, da quando sono presidente della Lega Dilettanti, dal gennaio 2017, e votato all’unanimità, credo di aver riportato la Lega al centro dell’attenzione, ma non solo di quelli che devono poi portare al voto le proprie componenti, anche alla Federcalcio, ma ho riportato all’attenzione del territorio la Lega Dilettanti. Abbiamo girato in lungo e in largo fino a quando non ci ha bloccato questo virus e la Lega Dilettanti è tornata ad essere protagonista sul territorio, questa è la nostra forza. Dopodiché, credo che con la nostra percentuale, che ricordo è di maggioranza relativa, in seno al Consiglio Federale, noi ogni volta abbiamo fatto valere le nostre istanze, cosa che faremo anche per il futuro prossimo, tenuto conto che, tra breve, scadrà il Quadriennio Olimpico, il 30 giugno e, quindi, si dovrà tornare alle elezioni. La Lega Dilettanti è presente nel paese, è presente nelle istituzioni, e soprattutto si è fatta e si farà rispettare da tutti quelli che, insieme alla Lega Dilettanti e parlo del sistema calcio, vorranno portare avanti insieme alla Lega, la ripresa del calcio in Italia“.
In quest’ultimo periodo, spesso vieni affiancato, tu come presidente, ma soprattutto il movimento che presiedi, anche al destino della Lega Pro. Qual’è il tuo punto di vista, dato che le società di Serie D ambiscono ad avere un’ufficialità? Le 9 vincenti vorrebbero avere l’opportunità di accedere alla categoria professionistica…
“Il destino di un campionato lo stabiliamo col Comunicato Ufficiale n. 1 che, ricordo, si diffonde nei primi giorni di luglio della stagione interessata, quindi noi ci atteniamo a quello. Io ho risposto al Presidente della Lega Pro (Francesco Ghirelli, nda) quando faceva delle osservazioni riferite al format dei campionati e diceva «nessuna retrocessione nei campionati nazionali dilettanti, con la conferma delle promozione nel campionato di Serie B». Allora ci siamo fatti due conti ed abbiamo capito che, a meno che non si trasformi la Lega Pro con un numero maggiore di società, non c’erano spazi per quanto riguarda le nostre promosse del Campionato Nazionale Dilettanti e quindi abbiamo preso una posizione chiara e netta, ricordando soprattutto che, chi prende poi definitivamente le decisioni, è il Consiglio Federale dove ricordo che la Lega Dilettanti è maggioranza relativa. Se ragioniamo in ottica di sistema noi ci siamo, se ragioniamo perché ognuno vuole far prevalere la propria forza di scarico degli altri, io rammento a tutti che noi, come forza, siamo superiori a tutti“.
Tu hai dichiarato che, se il protocollo quello della serie A fosse realmente questo, per il calcio dilettanti sarà durissima ipotizzarne la ripresa. Confermi?
“Confermo assolutamente. L’ho detto quando ci siamo incontrati in videoconferenza con il ministro, con tutte le componenti del calcio e con i medici. Lo stesso ministro disse che avrebbe approfondito il discorso per quanto riguarda la tutela sanitaria, ma, così com’era, il protocollo era difficilmente applicabile, come io sostenevo, alle categorie dilettanti e non solo, anche a categorie professionistiche come Lega Pro e Serie B. Essendoci stata una sorta di conferma di tutto questo, sono in attesa che mi venga comunicato eventualmente un protocollo meno rigido rispetto a quello della serie A. Noi saremo in campo quando ci sarà la tutela sanitaria per tutti i nostri calciatori, perché non esiste che il calciatore, l’allenatore od il componente dello staff di una società dilettantistica non possa avere le stesse tutele sanitarie della Serie A. Faccio fatica a comprendere come si possa applicare questo protocollo a quelli che sono “i nostri mondi”, nonostante l’ottimo lavoro fatto dai medici del Comitato Tecnico Scientifico. Però aspettiamo risposte dal Ministro“.
Il calcio italiano potrebbe fare a meno del calcio della Lega Nazionale Dilettanti?
“Per quanto ci riguarda, questo è inattuabile, ma lo dico indipendentemente anche dalla posizione che occupo. Quando tutti parlano del vertice, ricordo che esiste perché c’è la base. Noi abbiamo tutti contezza di quello che la Lega Dilettanti fa sul territorio, non svolge solo un ruolo sportivo e calcistico, ma anche sociale, di formazione, di aggregazione. Quindi, da questo punto di vista, noi siamo assolutamente inattaccabili e, soprattutto, siamo quelli che portano avanti il calcio delle piccole comunità, dei piccoli borghi e delle grandi città. Partiamo dalla Terza Categoria e raggiungiamo il Campionato Nazionale Dilettanti con grandi realtà, quest’anno abbiamo il Palermo, l’anno scorso avevamo altre città importanti che facevano parte del nostro campionato, quindi, chi fa questo ragionamento si sbaglia. Gli arbitri iniziano con noi dai campionati giovanili dilettanti, i calciatori dal settore giovanile della Lega Dilettanti. Tutto questo si costruisce partendo dalla base. Non è che un calciatore si alza la mattina ed arriva in Serie A senza fare la trafila. Noi siamo quelli che formano i giovani e, non tutti, ma qualcuno di questi arriva al campionato di Serie A qualcun’altro in Serie B o in Lega Pro. Noi stessi abbiamo investito tanto nelle formazioni delle nostre rappresentative nazionali. Ecco questo è il mondo della Lega Dilettanti, quindi credo che, chi pensa che si possa fare a meno del calcio di base della Lega Dilettanti, non merita nemmeno una risposta. Alla fine sono i fatti che ci danno ragione“.
Spadafora ha dichiarato poche ore fa che il calcio dilettantistico ha già fatto sapere di volersi fermare e che, quando si ritornerà in campo, verrà valutato anche il criterio territoriale.
Dato che sicuramente verrà fatta una modifica alle norme federali, ci sarà la possibilità, in caso di situazioni come questa, di far decidere autonomamente ai comitati provinciali e regionali, una sospensione definitiva?
“Noi dovremo attendere quello che succederà a partire da questa settimana, perché nella prossima dovrebbe tenersi il Consiglio Federale, che sarà il giudice unico rispetto a quelle che sono le richieste, qualche volta legittime, qualche volta meno. E’ chiaro che bisogna stabilire se e quando si riparte, altrimenti bisognerà assumere delle decisioni che probabilmente non accontenteranno tutti. Ma noi abbiamo l’obbligo ad esprimere giudizi ed a prendere delle decisioni, sicuramente valuteremo tutte le circostanze, dovremo confrontarci anche dal punto di vista procedurale e legale con i nostri avvocati e, dopodiché, capire bene quelle che saranno le condizioni“.
Avete valutato come Lega Nazionale Dilettanti, in caso di eventuale ripresa, anche l’impatto psicologico? Riprendere dopo una batosta di questo tipo c’è il rischio che non si possa più essere nelle condizioni ideali per praticare il calcio, almeno in questo momento…
“Le rispondo con un’altra domanda. Secondo lei io, che dalla mattina alla sera, da oltre due mesi, sto discutendo di tutto questo, avrò valutato, attraverso il parere degli esperti, dei legali, dei medici e quant’altro, tutte queste situazioni? Questo è il motivo per il quale noi dobbiamo essere molto previdenti, dobbiamo essere molto attenti dobbiamo valutare tutte le condizioni e le questioni nel momento in cui si dovesse decidere di ricominciare. Sicuramente ci sarà un impatto anche psicologico dal punto di vista sportivo, se dovesse ricominciare l’agonismo, e, tutto questo, sarà valutato. Noi siamo molto professionali. Abbiamo partecipato alla commissione medico scientifica della Federcalcio attraverso un nostro responsabile, il professor Carlo Tranquilli, che tutti ricorderanno in quanto è stato medico delle Nazionali, una personalità in questo campo. Noi non faremo nulla se tutte le condizioni, dal punto di vista medico-sanitario, anche allargate alla psicologia, i calciatori saranno nelle migliori condizioni per poter scendere in campo, altrimenti noi, obbligatoriamente, dovremmo riflettere sull’alternativa, cioè quella di non fare questo“.
Non è rischioso chiudere i campionati adesso, visto che le società non hanno ancora la certezza di avere aiuti economici da parte di governo, Figc, o di organi preposti che possano intervenire in tal senso?
“Noi, in modo assolutamente previdente, abbiamo interpellato i nostri tecnici e mi riferisco agli uffici, ai consulenti per la materia economico-finanziaria. Il nostro studio ha stabilito che, nel caso in cui, la pandemia fosse stata molto aggressiva, come purtroppo lo è stata, noi avremmo perso probabilmente intorno al 30% delle società. Il nostro numero di società, che è di circa 12.000, si moltiplica per le squadre, che sono circa 65.000, quindi un impatto assolutamente pesante per le casse della Lega. Le devo anche dire però che dal gennaio 2017, assieme ai presidenti regionali, abbiamo fatto in modo che la Lega Dilettanti avesse dei bilanci solidi, che noi riusciamo ancora a mantenere. E’ ovvio anche che abbiamo la necessità di un affiancamento vero, mi riferisco al Governo, Federcalcio, CONI, UEFA, devono capire tutti che noi siamo il calcio di tutti i giorni, siamo il calcio del piccolo borgo e della grande città e, quindi, abbiamo questa necessità. Le posso assicurare che abbiamo valutato ampiamente la questione che riguarda il lato economico e, secondo lei, io per quale motivo insisto tutti i giorni e lo dico a qualche “leone da tastiera”, che vive anche nella nella regione Emilia-Romagna, che, in modo strumentale, dice che noi dobbiamo immediatamente chiudere i campionati, dobbiamo portare avanti una posizione che sia intransigente rispetto alle altre componenti. Questo è il motivo per il quale io sono abituato a metterci la faccia, io ho detto dal principio in tutti i modi che l’ultimo giudizio lo dia il rettangolo di gioco, e ribadisco il concetto, solo però con la tutela sanitaria, non vogliamo rischiare nulla. Però da qui a dire, come dice qualcuno e, lo ribadisco, qualche ex collaboratore che è stato espulso dalla Lega Dilettanti che continua a dire a noi per quale motivo non fermiamo i campionati. Se li avessimo fermati ad aprile, avremmo avuto qualche conseguenza negativa perché non ci saremmo più seduti al tavolo di quelli che ragionano sulla ripresa dei campionati. Noi ovviamente dobbiamo uscire da questa situazione con una logica di sistema. Facciamo parte del sistema FIGC e ragioneremo su questo, altrimenti sono fughe in avanti che penalizzano il nostro mondo il mondo del calcio dilettanti. Allora questi portatori di interessi, non so per quale motivo, probabilmente perché ci avviciniamo alla scadenza naturale del quadriennio, vogliono sollecitare una riflessione, anche elettorale. Io sono abituato a metterci la faccia sempre, soprattutto sono abituato ad assumermi delle responsabilità. Io vengo dal livello più basso: facevo il collaboratore al Comitato Provinciale di Avellino, nessuno mi ha regalato nulla nella vita di tutti i giorni, sia politica che sportiva. Quando ci saranno le condizioni, e qualcuno riterrà che io avrò fatto degli errori, potrà candidarsi per discutere. Io non mi sono mai sottratto al confronto, però il confronto deve essere sempre chiaro e mai strumentale rispetto a decisioni che sono nell’interesse della Lega Dilettanti, ma direi per il sistema calcio Questa è l’unica posizione che noi possiamo tenere“.
Ci sono alcuni comitati regionali che hanno tentato, in quest’ultimo periodo, di smarcarsi, di chiedere una solerte chiusura del movimento, perché si diceva “con 400 morti al giorno di media, perchè si parla di riprendere il calcio, con quali criteri ricominciamo a muovere il mondo del pallone” utilizzando parole non proprio vicine al nostro mondo. Sotto questo punto di vista, come si è trovato nell’interfacciarsi con i suoi” ministri”, per così dire, dei governi regionali del calcio dilettantistico?
“C’è stata una riflessione proprio la scorsa settimana. Abbiamo fatto un incontro, tramite videoconferenza, con i presidenti dei comitati regionali del Nord che, onestamente, hanno più difficoltà, per discutere su quello che potrebbe essere il prosieguo. Abbiamo, senza dubbio, dato un contributo alla discussione, c’era una posizione di chi diceva che non ci fossero le condizioni per poter proseguire, ma, ricordo, che io sono il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti che comprende i comitati che partono dalla Sicilia, arrivano alla Sardegna, vanno dal Piemonte ed arrivano a Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania o Marche, quindi ho la responsabilità di prendere decisioni che siano più largamente condivise. Fino ad ora, da quando sono Presidente, sono state prese delle decisioni quasi sempre all’unanimità. Questa riflessione è stata appropriata, abbiamo rispettato chi aveva delle giuste considerazioni da fare, però mi meraviglio come sia uscito un documento nel quale si dice che fosse stato stabilito che era stata autorizzata a fermarsi (l’Area Nord della Lnd, nda). Assolutamente no, noi abbiamo discusso di tutto questo, ci siamo dati appuntamento dopo il Consiglio Federale, che sarà fatto tra il 7 e l’8 del mese di maggio, quindi è stata una decisione largamente condivisa. Mi meraviglio e, ribadisco il concetto, gli agitatori, coloro i quali hanno interesse a creare delle condizioni. O prendere una decisione di bloccare o continuare i campionati, si prende ora quando tutto è fermo, o si prende tra 10-15 giorni. Dov’è il danno per il movimento sportivo dilettantistico? Questo non lo comprendo onestamente, quando mi dicono che bisogna programmare la stagione. Ma quando mai nel calcio dilettanti, prima che finisca il campionato, tra la fine di aprile ed i primi di maggio, si è già discusso di quello che sarebbe successo poi a settembre per la prossima stagione? A me pare abbastanza strumentale un ragionamento interessato per altri motivi. Io ho la necessità di comprendere, rispetto a quelle che sono le condizioni, e soprattutto ho la responsabilità di tutelare 350 dipendenti e 2000 collaboratori della Lega Dilettanti. Fermo restando che noi ci siamo inchinati tutti, purtroppo, alla tragedia che ha portato tante perdite nelle nostre comunità. Anch’io vivo in una provincia, quella di Avellino, che ha avuto dei morti. Ci sono dirigenti di calcio che non ci sono più. La mia responsabilità è quella di tutelare la Lega Dilettanti. Io non sono il presidente di un’area geografica o di una regione, sono il Presidente nazionale eletto all’unanimità“.
Ieri sera, alla “Domenica Sportiva”, ha dichiarato “Qui c’è il pericolo c’è il rischio di non ripartire neanche in autunno“. Volevo che mi spiegasse meglio questo concetto…
“E’ un’intervista che ho rilasciato giovedì, di cui uno stralcio è andato in onda su Rai Sport venerdì, per poi essere trasmessa integralmente alla “Domenica Sportiva”. Io ho sostenuto che, a domanda specifica, se il calcio di base e quello dilettantistico avessero delle problematiche, ho risposto «Sicuramente sì, noi rischiamo di perdere il 30% delle società». Ho cercato di far capire che il rischio elevato c’è, di ripartire assolutamente no, noi cercheremo in tutti i modi di ricominciare nel più breve tempo possibile. Dobbiamo essere convinti di riprendere, poi se ci saranno cause di forza maggiore, dovremo ragionare sull’alternativa, quella di ripartire, appena possibile, coi campionati a settembre, visto che il termine della stagione 2019-20 è stata prorogata al 2 agosto 2020.
L’auspicio era quello di migliorare i numeri, cosa che abbiamo fatto, visto che ogni anno scomparivano tante società. Con le nostre incentivazioni, la Terza Categoria gratuita, l’utilizzo dei giovani, abbiamo invertito il trend, 79 società in più in questa stagione. Con questo intento potremo ripartire più forti di prima, ma abbiamo necessità di un affiancamento vero da parte dell’autorità governativa e di quella sportiva“.
Nella nostra regione, ma anche in altre, sono state mandate lettere agli organi federali da parte di società degli stessi campionati, con lo scopo di dare una giusta voce ad una possibilità concreta di chiusura dei campionati. E’ il caso del girone A di Eccellenza che, su iniziativa della Virtus Castelfranco e di uno storico dirigente del “nostro calcio”, Romano Ferretti, sono riuscite a coinvolgere 15 società su 18. Girone che comprende il territorio emiliano, uno dei più colpiti dalla pandemia. Volevo sapere se terrete conto di queste iniziative che, comunque, dimostrano che tante società hanno la volontà di esporsi con motivazioni più che valide
“Ho più volte detto che noi ci dobbiamo confrontare con le questioni che riguardano il territorio e noi lo facciamo attraverso i nostri comitati regionali. L’amico Paolo Braiati, insieme al suo consiglio direttivo, al comitato complessivo, è molto attento, vigile su queste situazioni. Ci tengo a precisare però che sono arrivate delle sollecitazioni, non solo dall’Emilia Romagna, ci sono altre regioni che non hanno fatto sollecitazioni da questo punto di vista. Quindi dobbiamo tutti cercare di insieme raggiungere l’obiettivo di rafforzare, non indebolire la Lega Dilettanti. Ho rispetto per quello che i dirigenti del campionato di Eccellenza dell’Emilia hanno fatto, avranno sicuramente delle loro ragioni, però noi dobbiamo ragionare in un’ottica complessiva, in ottica di sistema. Dobbiamo sicuramente tenere conto di queste che sono delle segnalazioni autorevoli, però poi le decisioni devono essere prese complessivamente, quindi tenendo conto di tutte le peculiarità, sono convinto che tutti quanti insieme riusciremo a dare delle risposte. Io sono ben rappresentato qui in Emilia Romagna dal Comitato Regionale e questi amici delle società dilettantistiche avranno delle risposte complessive delle quali anche oggi stiamo parlando. Ma io avrei un po’ di calma, aspetterei ancora qualche giorno perché l’ultima data sarà quella che il Consiglio Federale deciderà. Tornando alla domanda, per quale motivo ci sono 15 società su 18, e 3 non hanno sottoscritto, non so questi sono motivi, che poi valuteremo. Ma se noi dovessimo prendere delle decisioni ed eventualmente dovessimo scontentare qualcuno, poi che cosa succederebbe? Questo è il punto… Comunque siamo un momento di tranquillità e sicuramente riusciremo a dare delle risposte perché io non vedo questa eccessiva fretta per prendere decisioni del genere. Non c’entrano le società che fanno questi esposti, ma probabilmente chi soffia sul fuoco per cercare uno spazio che gli è stato tolto, che gli è stato sottratto. Io penso che abbiamo le condizioni con una Lega Dilettanti che prenderà le decisioni appropriate per poter portare il nostro movimento, quello del calcio di base giovanile del paese, della nostra Federazione ad essere protagonista, continuare ad essere protagonista nel contesto Nazionale nel sistema calcio”.
Potrebbero essere prese delle decisioni diverse dalla Serie D fino alla Terza Categoria. Quando verrà presa questa decisione?
“Tra Campionato Nazionale Dilettanti ed Eccellenza c’è un una cointeressenza. Per esempio, chi la finale di Coppa Italia, sale in Serie D, le seconde classificate fanno gli spareggi per salire di categoria. Ecco, su questo c’è un collegamento diretto. A partire dalla Promozione, fino alla Terza Categoria, faremo una valutazione tutti insieme. Il mio auspici è che tutti possiamo convergere in massima parte ed allora spero all’unanimità, come è quasi sempre successo, per dare delle decisioni e delle posizioni uniforme in campo nazionale“.
Interverrete sui format dei campionati nella prossima stagione? Se fosse necessario, darebbe la possibilità di aumentare provvisoriamente il numero dei gironi di qualsiasi campionato, dalla Serie D in giù, per garantire uno sviluppo più breve e dinamico dei tornei per garantire la chiusura nei tempi prestabiliti, visto che, ad oggi, non c’è ancora una data certa per la stagione 2020-21?
“Rimarrei su quello che ci siamo già detti. Dobbiamo aspettare quello che succederà e soprattutto quello che deciderà il Consiglio Federale. Dopodiché ci mentalizzaremo su quello che sarà il prosieguo e quello che, insieme, dovremmo fare. E’ assolutamente vero quello che che si diceva prima, noi avremo probabilmente una situazione, che riguarda l’aspetto economico-finanziario della Lega professionistica più prossima a noi, e mi riferisco alla Lega Pro. Non sappiamo cosa succederà, perché molti dicono che ci sarà bisogno di una riforma, quindi quando si ragiona in ottica di sistema, noi sicuramente saremo collegati in ambito federale, perché noi facciamo parte della FIGC e dovremmo modellare, rispetto a quello che succederà nei campionati maggiori, anche quello che deve essere la Lega Dilettanti, soprattutto per quanto attiene il Campionato Nazionale Dilettanti e poi, a scendere, i campionati di Eccellenza, Promozione, Prima, Seconda e Terza Categoria. Quindi, aspettare e vedere come si concluderà questa riflessione che attiene alla ripresa dei campionati o meno e poi, sperando che si possa ricominciare a giocare. Se questo non dovesse essere possibile, discutere di quello che che sarà a fine agosto, inizio settembre, la prossima stagione sportiva. Siamo tutti collegati a quello che è il destino del calcio professionistico, perché la crisi che potrebbe attanagliare questa parte di calcio, lo leggiamo e lo sentiamo tutti i giorni, potrebbe essere letale per tante società e quindi noi dobbiamo essere quelli che devono dare, rispetto a questo, una risposta, anche per quanto attiene la nostra Lega Dilettanti, riferite appunto ai campionati anche professionistici“.
Come possiamo pensare di ripartire in un anno, o meglio, in una sezione agonistica che viene da una vedovanza di un mese e mezzo? Ma questa crisi, questo grande lutto che ha colpito il mondo intero, non soltanto il mondo del pallone, ha generato anche una sorta di fuggi fuggi dal punto di vista delle risorse. Molti sponsor, che hanno aiutato le nostre società nell’allestimento delle loro annualità sportive, hanno, di fatto, voltato le spalle a questo movimento. Avete pensato anche come ipotizzare una ripresa sotto questo punto di vista?
“Noi siamo stati colpiti proprio con le difficoltà economiche che riguardano il mondo produttivo. Siamo quelli che vengono aiutati dai piccoli imprenditori, dagli artigiani, dai commercianti, da qualche professionista e, quando c’è una situazione del genere, prima di spendere dei soldi, anche poche centinaia di Euro, guardano prima giustamente l’interesse della propria azienda, della piccola ditta, del piccolo imprenditore, e poi, eventualmente, a dare un contributo alla società della propria città, del proprio Comune. Quindi la valutazione è stata fatta e, quando ci riferivano al rischio di perdere il 30% di società, è questo il motivo vero, perché probabilmente verrà a mancare quel sostegno vitale che ci veniva da loro. Faccio un esempio: alla fine della giornata, dopo la partita, il ristoratore di una paese invitava i calciatori a mangiare una pizza, oppure dava 300 € per poter comprare magliette o scarpette. Questo è il sostegno vero e reale, e noi pensiamo che, dopo questa tragedia che ha colpito il nostro Paese, ci saranno delle difficoltà per confermare questo appoggio da parte di questi nostri sostenitori. E pertanto noi chiediamo proprio al governo di aiutarci a superare questa crisi così negativa e catastrofica“.
Qualora si dovessero rispettare ulteriormente le cosiddette “distanze sociali”, con il rispetto della territorialità, quando parliamo di Quarta Serie, ma non soltanto, ci sono delle invasioni di campo ed ipotizzare le nostre squadre emilianoromagnole che vanno a giocare in Lombardia, nel Veneto o nelle Marche, come potremo superare questa situazione, ancora di transizione, ma di fatto è ancora un impedimento reale…
“E’ assolutamente un impedimento reale. I tempi per la chiusura e per la ripresa non li mettiamo noi, li detta il Covid-19. Purtroppo noi ci sforziamo a fare delle previsioni che possono essere smentite tra mezz’ora, tra 7 giorni o tra un mese. Qualcuno dice che potrebbe esserci una ulteriore epidemia in autunno. Queste sono tutte le valutazioni che vanno fatte, soprattutto da quelli che hanno competenze specifiche. Dal lato sportivo, siamo sempre per riprendere i campionati, ma li riprenderemo con condizioni di rischio zero, cosa che facilmente si può smentire, quindi dobbiamo convincerci che è una situazione molto complessa, molto delicata, quindi affidarci alla gli esperti in materia per cercare di uscirne nel più breve tempo possibile. Chiaro che, se si dovesse riprendere a giocare, ci saranno delle problematiche che riguarderanno i luoghi, dove andare a disputare le partite“.
Facciamo un gioco. Ipotizziamo che si riparta veramente a giocare il 2 giugno. Quale format potrebbe essere preso in esame? Playoff e playout, in quest’ottica, potrebbero essere sicuramente risparmiati per dare ampio respiro lo sviluppo delle restanti partite? Sarebbe questa la pista da seguire?
“Se ci riferiamo al Campionato Nazionale Dilettanti, che hanno anche gironi da 20, dove mancano 9-10 partite, forse qualcuna in più e, partendo il primo giugno, per completare i campionati del CND avremmo bisogno di 40-45 giorni, con qualche turno infrasettimanale, raggiungere l’obiettivo anche prima del 30 luglio. Quando si era parlato della possibilità di giocare da metà maggio, dissi che noi saremmo riusciti eventualmente anche a finire i campionati al 30 giugno, quindi in tempo con la chiusura della stagione, che ora è stata prorogata tutta al 2 agosto. Per evitare che poi ci sia il solito spiritoso che dice “Sibilia ha dichiarato…”, stiamo facendo un gioco. Se dovessimo riprendere il primo giugno, credo che ci saranno tutte le condizioni per chiudere i campionati entro la data prestabilita“.
Questo mi fa intuire che, l’ultimo comunicato della stagione 2019/20 non sarà certamente il 30 giugno, e che è il primo comunicato della stagione 2020/21 non sarà il 1 luglio, anche verranno informate le società sulle nuove normative…
“Per la stagione a venire, il Presidente Federale ha annunciato che ci sarà un Comunicato Ufficiale che prolungherà la stagione dal 30 giugno al 2 agosto, aspettiamo l’ufficialità perché questa è una richiesta che arriva dalla UEFA. Dopodiché dovremmo tutti adeguare la nostra chiusura della stagione sportiva al 2 agosto, tutto questo però sempre che si chiudano, con il Consiglio Federale, tutti i dubbi che abbiamo in questo momento, se si riprenderanno o meno i campionati a partire dalla serie A fino ai nostri“.
Le Scuole Calcio sono state quelle più colpite in questa stagione, di conseguenza alla chiusura delle scuole. In Regione si interverrà con dei voucher per agevolare le famiglie e per poter consentire ai bambini di fare attività sportiva. Come interverrete con le società che vivono soprattutto di settore giovanile?
“Tutto questo si inserisce nello stesso contesto, le nostre richieste alla autorità governative e sportive verte proprio su questo. Ricominciare significa aiutare quelli che in questo momento hanno più difficoltà, quindi calcio di base e settore giovanile. Ricordoche il Settore Giovanile Scolastico è sotto l’egida della FIGC che, attraverso un Presidente delegato, organizza i campionati alla responsabilità. Ma, rispetto a questo, bbiamo una una richiesta già inoltrata che riguarda complessivamente tutto il calcio di base giovanile“.
Tra quelli che definisce giustamente “agitatori”, che vogliono sempre mettere il dito nella piaga, c’è chi dice che non vi decidete ad interrompere la stagione perché non sapete come saltarci fuori con eventuali graduatorie, decidere per promozioni e retrocessioni…
“Lei parlava del dito, molte volte lo mettono sulla tastiera, perché fanno i leoni da tastiera. Cosa succederà? Io su questo punto credo di aver dato già una risposta. Noi dovremo decidere tutti insieme, perché è ovvio che una decisione che, per esempio, nel CND coinvolge 162 più altre 466 squadre. È ovvio che, prendere delle decisioni su chi deve essere promosso, chi deve retrocedere o quant’altro, accontenterà qualcuno e scontenterà qualcun altro. Noi abbiamo molte squadre che sono racchiuse in 1-2 punti, per i primi posti, la stessa cosa per quanto riguarda le retrocessioni. Questo è il motivo per il quale noi dobbiamo riflettere bene e stare attenti, sono decisioni che non vengono prese a cuor leggero, ma non perché non si vogliono assumere responsabilità. Io posso dire, per quanto mi riguarda, chi mi conosce sa bene come sono fatto, sono abituato a prendermi la responsabilità, quindi invito tutti a tenere ben presente che, le decisioni che prenderemo, saranno frutto di grande concertazione, di riflessione, non solo dal punto di vista sportivo e calcistico, ma anche dal punto di vista legale, perché è ovvio che una decisione che non dovesse accontentare qualcuno che è portatore di interesse, è ovvio che ci espone ad altri tipi di competizioni, che non sono quelle sul rettangolo di gioco, ma quelle delle aule di giustizia. Posso rassicurare che saranno prese decisioni vagliando tutte le diverse spigolature“.
Sul “Corriere Romagna” in edicola questa mattina c’è un trafiletto che parla di Ghirelli, Presidente della Lega Pro, che aprirebbe al blocco delle retrocessioni. E’ un titolo che traduce anche un po’ di amarezza perché, da parte nostra, non si può ipotizzare che, qualcuno più in alto di noi, se ne infischi del che il movimento sottostante…
“Io sono abituato a parlare con dati di fatto e, soprattutto, con obiettività cercando di ragionare in ottica di sistema. Bisogna sempre tener presente che una modifica, rispetto a retrocessioni, promozioni, ed a quello che è stato stabilito ad inizio di stagione, è una decisione ad appannaggio esclusivo del Consiglio Federale. Noi in Consiglio siamo in sei, abbiamo una maggioranza relativa, e questo si fa con una maggioranza qualificata e possiamo mai pensare di poter far passare una cosa del genere? Giustifico tutti, ma tutto ha un limite e quindi molte volte si discute, si litiga, però poi alla fine a prevalere deve essere l’interesse collettivo ed in questo caso mi pare che prevalga l’interesse di parte. Per quanto ci riguarda, noi non siamo disponibili a dare un consenso su questo. Il Campionato Nazionale Dilettanti, deve avere, come stabilito col Comunicato Ufficiale n. 1, le nuove promozioni in Serie C“.
E’ ipotizzabile comunque che, le prime della classe dei vari gironi, qualora si stoppasse la stagione, possono acquisire il diritto alla promozione, tipo il Mantova, squadra che ha monopolizzato il girone di nostra pertinenza. Queste squadre potranno eventualmente avere il pass per la categoria superiore, oppure cosa?
“Come detto prima, dobbiamo stabilire se ci sono o meno se ci saranno meno le condizioni per poter riprendere, dopodiché il Consiglio Federale su proposta della Lega Dilettanti, e di altre leghe, assumerà le decisioni conseguenti. Mi pare ovvio che, rispetto a tutto questo, dobbiamo avere un attimo di tranquillità. Mi rendo conto che tutti hanno voglia di sapere, però noi abbiamo l’obbligo di perseguire tutte le strade per raggiungere l’obiettivo di concludere dei campionati. Se questo non sarà possibile, decideremo come al solito cercando di fare l’interesse della Lega Dilettanti di fare l’interesse della società e cercare di non danneggiare nessun altro. Siamo convinti che tutto questo procurerà dei consensi, ma anche delle contrarietà. Dobbiamo cercare in tutti i modi di avere meno contrarietà e più consensi“.
Al 27 aprile, quale percentuale darebbe sulla ripresa del campionato oppure sulla chiusura, come sensazione sua personale?
“Dopo le dichiarazioni di ieri del Ministro, qualcuna in meno rispetto al 50%“.
Ha avuto modo di rispondere alla lettera indirizzata che Le ha mandato Ghirelli?
“Ho ricevuto la lettera. Per la verità l’ho letta prima sulla stampa e poi l’ho ricevuta. Comunque l’ho letta, non ho avuto modo ancora di parlare con il presidente della Lega Pro, ma io penso che il tutto debba essere portato all’attenzione del Consiglio Federale. E’ inutile che noi possiamo discutere di tutte le questioni, però mi rendo conto che è una decisione difficile e complicata. Io spero solo, per il bene del calcio, che noi possiamo far convergere le diverse posizioni. Non è semplicissimo perché quando qualche giorno fa ho letto del blocco delle retrocessioni, mi sono fatto due conti, e quindi le nostre prime 9 della Serie D avrebbero avuto qualche problema, così come per quelli che dovevano comunque venire da noi tramite la Lega Pro. Valuteremo il tutto, ma soprattutto avremo la possibilità di discuterne in Consiglio Federale“.
Più specificatamente, durante le videoconferenze con le tre aree della Lnd, c’è stata da parte di tutti la volontà di chiudere la stagione, oppure c’è qualche Comitato Regionale che vorrebbe ripartire a giocare?
“Per quanto riguarda la videoconferenza che abbiamo fatto con i presidenti del Nord, ci sono delle posizioni che sono giustificabili perché viviamo in una situazione di assoluta difficoltà e gravità e, con tanti decessi che ci sono stati, a me va l’obbligo di ricordare quello che si è verificato. La vicinanza della Lega Dilettanti alle famiglie che hanno avuto tanti decessi e qualche regione che più delle altre ha delle difficoltà. Noi abbiamo preso una decisione secondo la quale il tutto deve essere vagliato, valutato e portato all’attenzione del Consiglio Federale, che sarà il giudice di ultima istanza per quanto ci riguarda. Posso dire, che nel nostro Paese, noi abbiamo 18 regioni, 2 province autonome, Calcio a 5, Calcio femminile ed Interregionale, che c’è una maggioranza ma che il giudizio di non voler riprendere non è unanime, quindi il mio obbligo è quello di cercare nei limiti del possibile di prendere una decisione che vede tutti convergenti. Ci sono regioni che vogliono ricominciare a giocare“.
Regioni con un contagio limitato…
“E’ questo il punto. Anche perché queste regioni si rendono conto che, non giocando dal mese di febbraio, riprendere a settembre ci pone nelle condizioni di avere quella crisi e quelle perdite di società che noi non vogliamo avere. Una cosa è avere il contatto, diciamo dopo due mesi, con le società, una cosa dopo sette mesi. E’ una situazione da valutare, al di là del modo frettoloso di approcciare le questione, e non mi riferisco ai Presidenti Regionali, ma mi riferisco sempre ai leoni da tastiera od a qualcuno che ha interesse a portare avanti una sorta di tentata destabilizzazione. Noi siamo compatti coesi e decideremo, a seconda di quelle che saranno le indicazioni dei medici e del governo per uscire nel migliore dei modi da questa tragedia del Covid-19“.
Si evince che però le società, a livello di finestra di campagna trasferimenti, visto l’allungamento teorico e speriamo anche in pratica della stagione attuale, cosa potrebbe succedere?
“Che saranno prese tutte le decisioni conseguenti, quindi sarà allungato il periodo di trasferimento, dell’assicurazione e quant’altro, quando ci sarà il Comunicato Ufficiale, tutto sarà prorogato al 2 agosto. Il problema sarà soprattutto per il calcio professionistico e per le squadre di Serie A che dovranno giocare le Coppe. Ci sono dei calciatori che sono nella lista di società che fanno la Champions che, dal 1 luglio, dovrebbero passare ad altra società, ma si sposterà tutto al 2 agosto“.
Quando avremo il Comunicato Ufficiale sulla decisione che riguarda la ripresa o meno dei campionati?
“Al Consiglio Federale dovrebbe esserci una decisione perché, nel frattempo, ci dovrebbe essere anche un decreto governativo nel quale dovrebbe esserci una spiegazione rispetto anche al prosieguo dell’attività e ci sarà sicuramente entro fine mese. All’interno del decreto ci sarà qualcosa che riguarda anche il calcio e quindi lo sport. Poi verranno prese delle decisioni al Consiglio Federale che dovrebbe essere convocato tra il 7 e l’8 maggio, ma non abbiamo ancora conferma, nel frattempo noi ci sentiamo ogni giorno col presidente della FIGC, con buona parte di tutte le componenti e quindi speriamo che, a breve, ci possa essere questa decisione complessiva e quindi metterci tutti un poco più tranquilli“.
In chiusura, chiedo al Presidente Gravina un messaggio di serenità dedicato a società, calciatori, dirigenti che, giustamente sono in attesa di notizie.
“Io posso solo dire che, per quanto mi riguarda e per quanto riguarda tutto il nostro consiglio direttivo, noi stiamo lavorando tutti i giorni per cercare di dare, nel più breve tempo possibile, compatibilmente con la tragedia che stiamo vivendo, delle risposte serie, senza fare voli di fantasia, senza velleità. Ma possiamo solo dire che c’è una Lega Dilettanti che lavora nell’interesse di tutto il nostro mondo, a partire dal calcio giovanile, al calcio di base e del sistema del calcio inteso come calcio FIGC. Tutti quanti siamo convinti che questo è un risultato che si può raggiungere se tutti diamo un contributo. Vorrei evitare, e lo ribadisco proprio in questo appello, che qualcuno pensasse che c’è qualche interesse particolare a chiudere prima o dopo i campionati. Assolutamente no. L’unico interesse è quello di portare avanti le istanze della Lega Dilettanti per chiedere con fermezza, con impegno, quello che le istituzioni preposte, mi riferisco alle autorità governative e sportive, potranno eventualmente dare, speriamo nel più breve tempo possibile, al nostro calcio di base alla Lega Dilettanti, la possibilità di poter guardare al futuro con minore preoccupazione. Quello che noi stiamo portando avanti, lo facciamo nell’esclusivo interesse delle società della Lega Dilettanti, dei giovani del nostro mondo, anche di quelli che non sono calciatori, per esempio i dipendenti della Lega Dilettanti. Noi in Italia abbiamo duemila collaboratori. Sembrerà qualcosa di enorme ma noi organizziamo dalle 550mia alle 600 mila partite all’anno, abbiamo più di un milione di tesserati, abbiamo 65.000 squadre e 12000 società. Questo è il nostro mondo per il quale ci battiamo tutti i giorni ed io chiedo a tutti di avere, da questo punto di vista, un sostegno che non sia solo dal punto di vista della critica. Va bene anche la critica ma quando deve essere tale e non deve essere strumentale ad altri tipi di ragionamenti. Lasciamo perdere gli agitatori di professione, lasciamoli stare, abbiamo una Lega Dilettanti forte, che può dare dei grandi risultati perché nell’ambito della Federazione, e tornate ad essere un grande punto di riferimento“.