Non molto tempo fa ci siamo occupati dell’importanza del TIFO, del supporting, della calorosa manifestazione di affezione a dei colori, del sostegno agli atleti………..talvolta della sana follia che accompagna un evento sportivo.
Abbiamo precisato, per chi non ci avesse letto, che anche lo spietato sfottò, la pressione esercitata correttamente sul direttore di gara, fa parte del gioco, del folklore………..…è parte essenziale e colorata dell’evento sportivo. Il calcio, proprio per la sua essenza nazional-popolare né è l’esempio più calzante.
Condannare il tifo, quando resta nel suo ambito naturale senza alcuna degenarazione, è un tentativo di alterare l’essenza di questo sport. Il tifo è un febbre, deriva proprio dal greco typhos “forte stato febbrile”………..e proprio come durante una febbre alta ci spinge ad espressioni talvolta a tinte forti.
Ma, al fischio finale dell’arbitro, panacea dello stato febbrile, tutte le cose dette, cantate, urlate si trasformano in semplici appalusi o fischi a seconda del gradimento dello spettacolo offerto dagli atleti.
Questa è la malattia, questo il suo decorso.
E a tal proposito non potevamo non raccogliere, al termine della gara di sabato contro la Mariano Keller, una dichiarazione di un vero “malato di pallone”. Il nostro Direttore Generale Vincenzo Imperatore :
“Voglio innanzitutto ringraziare la dirigenza e i componenti tutti della Mariano Keller per aver interpretato, al pari nostro, lo spirito della sana competizione che deve essere limitata solo ed esclusivamente al campo. Gli ospiti ci hanno onorato con striscioni e tifosi al seguito e con un “segnale di ospitalita’ “ mai ricevuto nel corso di questo campionato, tralaltro finora caratterizzato da leale sportivita’ : il “classico mazzo fiori “ consegnato dal capitano a inizio gara , che fa tanto amarcord ma anche tanto rispetto e “storia”; un gesto di altri tempi che mi riporta indietro di circa 30 anni ( si proprio cosi !) quando nel mitico campetto di piazza Coppola ( “ miez ‘e giardinett “ ) nel Rione Luzzatti la squadra del mio quartiere incontrava, in “casa” loro, gli “amici-avversari” in sfide che vedevano la presenza di centinaia di spettatori assemblati lungo le transenne del’impianto comunale; amici come Ciro Capone ( oggi proprio dirigente della Mariano Keller ), Mimmo De Cicco e il mitico “Zuffetiello” in porta rappresentavano le “bandiere” di un quartiere che probabilmente, proprio perche’ possedeva quel campetto (oltre al “campo del prete , il campetto, all’epoca in terra battuta, dell’Oratorio dei Padri Giuseppini), e’ stato tra i promotori della diffusione nella nostra cita’ di quello che poi sarebbe diventato il calcio a 5 e che per tale motivo va sempre onorato e rispettato anche con un tifo, inteso nel modo sopra specificato, un po’ piu’ “sentito” proprio per riconoscere a quel quartiere il blasone e la stima che merita . Ma sempre nell’ambito del rispetto delle persone e nei canoni dell’educazione sportiva che ricordiamo e’ ben diversa da quella insegnata a Cambridge !
Auguro ai ragazzi della Mariano Keller ma soprattutto agli amici del Rione Luzzatti di raggiungere i traguardi prefissati e, con l’occasione , li invito ufficialmente a una manifestazione sportiva che stiamo progettando per il prossimo mese di luglio basata sulla “Storia del calcio a 5 a Napoli” e che, proprio perche’ basata sulla evoluzione di questo sport nella nostra citta’ , non puo’ non vederli coinvolti .
In bocca al lupo e a presto!”
Alla prossima settimana.
Comunicato stampa United Colours of Futsal