Purtroppo “quel giorno” è arrivato, e per me è uno dei giorni più brutti. Ma la vita è fatta anche di scelte dolorose: di solito ho sempre fatto prevalere il cuore nelle decisioni, ma stavolta, anche a malincuore, ha vinto la testa.
Con il nuovo daspo ricevuto – ingiustamente, a mio parere – sono costretto a gettare la spugna.
Il Real San Giuseppe, per me, non è un investimento ma è sempre stato passione e sacrificio. Una passione incredibile che ho coltivato come un figlio, siamo, di fatto, cresciuti insieme: avevo ventitré anni quando partecipavamo al primo campionato. Più crescevo, più il Real saliva di categoria. Era già un trauma non seguirla in panchina, figuriamoci da casa. Non ‘assaggiare’ l’adrenalina del parquet mi ha portato a questa decisione.
Ho conosciuto tante persone in questo cammino, persone che faranno parte della mia vita privata. Con altre ho discusso, ma di loro porterò comunque un bellissimo ricordo. Sono consapevole che questa decisione comporterà un vuoto nel paese di San Giuseppe Vesuviano, per tutti i nostri grandi tifosi che in queste settimane mi hanno sostenuto e mi chiedevano di non mollare. Vi ringrazio dal profondo del cuore: ho lottato tanto per raggiungere questi traguardi, non giocando mai nella nostra città, non avendo mai, e dico mai, una struttura a disposizione. Non ho mai avuto la vicinanza delle istituzioni politiche: non voglio entrare in polemica, parlo solo di dati di fatto.
Lo ripeto: è un giorno molto triste. Sono consapevole di aver fatto un qualcosa di grandioso e straordinario in un piccolo paese di trentamila abitanti. In sei anni ho portato questo club dalla D alla A, vincendo soprattutto, per la prima volta in assoluto in Campania, la Coppa Italia di serie A. Siamo stati i primi nella storia di questa regione ad alzare un trofeo nella massima serie e questo nessuno potrà cancellarlo.
Ciao mia piccola e grande Real: sei stata qualcosa di unico e irripetibile.
Il presidente
Antonio Massa