Quando muore un figlio, non c’è una parola. Determinati eventi scuotono il nostro senso comune, la tragica scomparsa di Giovanbattista Cutolo lo ha fatto ancora una volta. Qualcuno alla presentazione dei calendari di C1 a Nola ha provato a far passare un messaggio vero, probabilmente il fine primario di ciò che lo sport dovrebbe rappresentare. Certo, il pallone rotola, ne andiamo matti, esultiamo. Però, poi, una sera sei per strada e vieni ammazzato, forse per un banale motorino parcheggiato male. A questo la disciplina dovrebbe servire: ricordare che siamo una comunità. Da una grande a una piccola, minuscola. Quella del calcio a 5 campano che ieri è stata testimone delle struggenti parole di Antonella Leardi. La mamma di Ciro Esposito, tifoso del Napoli assassinato nel 2014, non ci ha girato troppo attorno: “Cose assurde che non devono accadere. Ma la morte di un figlio non va buttata nell’oblio – spiega, – da quando il mio è andato via vivo in un mondo un po’ appartato. Portare il nome di mio figlio avanti non ha significato di per sé, ogni volta si riapre una ferita. Ciò che va trasmesso è altro. Sono cose assurde e bisogna sensibilizzare i giovani, ognuno si carichi del peso nel suo piccolo. Non sappiamo questi ragazzi cosa abbiano dietro, io faccio volontario nelle carceri femminili e voglio toccare con mano i problemi che sorgono”.
Ineccepibile, chiaro. Quale veicolo migliore di un pallone per togliere i ragazzi dalla strada, per far sì che si aprano al confronto o che escano da un guscio culturale. Lo ha sottolineato pure il presidente del CR Campania Carmine Zigarelli: “Innanzitutto sabato 16 su ogni campo ci sarà minuto di raccoglimento – dice. – Attraverso il calcio ed il calcio a 5 vanno rispettate le regole, noi promuoviamo l’iniziativa girando nelle scuole. Bisogna formarsi, questi devono essere luoghi di crescita e di unione. Si cresce insieme, ci vuole sempre confronto. Vogliamo proseguire nella formazione dei dirigenti perché a loro volta istruiscano dopo che la riforma dello sport ci è piombata addosso, ed un costante dialogo tra le parti potrà essere solo proficuo. I giovani ne hanno bisogno”.