"Vedi, questa squadra ha qualcosa in più, si aiutano, sono disposti a correre l'uno per l'altro. Lo so che abbiamo limiti tecnici, ma noi ci crediamo". Parola di Carlo Florio. "Sono rimasto sorpreso dalla crescita del gruppo avuta in questi mesi, sono convinto che faranno bene. Sì, contro la Lazio c'è una differenza tecnica notevole, ma l'intensità che sapranno mettere in campo i ragazzi sorprenderà tutti". Parola di Edoardo Cardillo, presidente del Napoli Vesevo. Li abbiamo incontrati entrambi, in occasioni diverse nella settimana della vigilia del debutto in campionato, quella serie A che vede solo una formazione partenopea a rappresentare i colori della Campania. Non facciamo gli ipocriti, nessuno avrebbe scommesso un euro sulla possibilità di vedere alcuni giocatori con quella maglia azzurra poter scendere in campo sul palcoscenico della serie A. E' un'idea affascinante, così l'abbiamo definita tutti, consapevoli dei rischi e delle problematiche da affrontare. "Orgogliosi di essere napoletani", lo striscione che campeggiava nella meravigliosa struttura del Palajacazzi di Aversa dice tantissimo sul biglietto da visita di questo gruppo, quello spirito, quella voglia che solo chi è napoletano nell'anima può dare. E allora li abbiamo visti in campo con una cattiveria, un'intensità agonistica superiore a qualsivoglia dottrina tecnica, grazie all'ottimo lavoro svolto da mister Centonze. Ecco Mele ruggire sulle gambe di Nuno, Longobardi andare a chiudere diagonali fino a fargli mancare il fiato, De Luca realizzare un gol spettacolare e dare sempre punti di riferimento alla manovra offensiva, Capuozzo dettare legge tra i pali, Iazzetta cercare il gol con grande caparbietà, Campano (nella foto con l'ex compagno di squadra Fornari, ora alla Lazio), Melise e Maggio provare a fare la differenza nelle azioni individuali, ma tutti, da chi ha giocato un minuto a chi è rimasto in panchina è stato virtualmente in campo per 40 minuti. E Zamboni è sembrato il più napoletano di tutti con carattere da vendere.
Il Napoli Vesevo meritava qualcosa di più: un rigore molto dubbio e un gol regalato hanno dato il là al sorpasso in chiusura di prima frazione, ma nella ripresa la squadra non si è seduta, ha cercato di riequilibrare le sorti del match costringendo addirittura la Lazio, ad un certo punto a fare ripetuto possesso palla. Se ci dovevano essere delle risposte verso chi credeva ad un distacco abnorme tra i partenopei e la serie A, eccole servite a tutti gli scettici, noi compresi. Ora bisogna continuare a lavorare così, cercando soprattutto di tenere alta questa intensità di gioco e questa voglia. Lo ha detto anche un fuoriclasse come Bacaro alla fine della partita: "La superiorità tecnica può contare molto o nulla quando trovi di fronte un avversario che lotta e corre per tutto il match". E allora Napoli Vesevo, coraggio, perché il tuo scudetto che quest'anno si chiama salvezza non è utopia.