Una persona stupenda, umile, un professionista. Marcelo Batista, uno di quei giocatori che per la maglia gioca davvero, uno di quei campioni dalla classe cristallina, intatta negli anni. Sono 5 di militanza al Caserta-Marcianise. Passi da gigante per un club che era sull?orlo della retrocessione in serie C1 qualche campionato fa prima delle storiche tre promozioni. Ed ora quella partita come una finale scudetto. Ci voleva il suo gol, il pi? importante per consegnare ai biancazzurri un altro anno di serie A. Lui ? qualcosa di pi? di un calcettista a Caserta, si ? visto quando al triplice fischio di chiusura ? scoppiato in lacrime per la felicit? dell?obbiettivo raggiunto. Tutti a gridare il suo nome, il capitano inossidabile che alla giovane et? di 38 anni, si ? tolto l?ennesima soddisfazione. Tanto di cappello al monstro, appellativo brasiliano tipico affibbiato anche a Tchelo, diminutivo di Marcelo cos? come ? sottolineato nel suo sito (basta andare su google, scrivere il nome e cognome e lo trovate).
Ha la faccia pulita, del giocatore che tutti vorremmo nella nostra squadra, quella di un piccolo grande uomo. Un esempio. Unica nota stonata il suo italiano, quando rilascia un?intervista sembra che parli un mezzo dialetto napoletano-brasiliano. Scherziamo. Bravo Batista, bravo monstro.