di Fabio Morra
Dopo l’ennesima tormentata estate del calcio a 5 campano le societ? nazionali hanno quasi definitivamente trovato una loro nuova identit? per ricominciare l’avventura. Prima di tutto un doveroso chiarimento sul portale che un po’ come tante squadre di calcio a 5 ? sempre in costruzione. Dalla prossima settimana saranno attive altre sezioni (sondaggi, gallerie multimediali) e, per l’inizio della nuova stagione, ci sar? anche qualche piccola modifica grafica. Il ritardo ? in parte colpa nostra e in parte non ? dipeso da noi, comunque partiamo da un presupposto fondamentale, quello dei tanti attestati di stima che ci arrivano da tutta la Campania, e non solo, per quanto siamo riusciti a fare quest’anno.
Il progetto Punto 5 va avanti con la consapevolezza che pu? crescere, arricchirsi e diventare strumento d’informazione unico per gli appassionati di calcio a 5 come gi? lo ?. Alcune societ? ci hanno chiesto di dare pi? spazio alle serie minori, ma per farlo c’? bisogno di una grande collaborazione. L’anno prossimo non mancher? il punto settimanale sui gironi della serie D dove siamo riusciti, con un grande sforzo, a dare per la prima volta, quasi in tempo reale, tutti i risultati tra il sabato, la domenica e il luned?. Per un paio di raggruppamenti abbiamo avuto piccoli problemi che siamo sicuri di risolvere. Un portale del calcio a 5 pi? vicino ai club. Punto 5 realizza anche siti internet per tutte le societ? di calcio a 5 e non solo, tutti avranno la possibilit? di fare un abbonamento e di pubblicizzare attraverso questo, nelle pagine dedicate ai club, i loro sponsor-partner. Chi realizzer? il suo sito con noi lo avr? gratis per un anno. A tal proposito ricordiamo che cliccando sul banner presente in home page ? possibile fare anche l’abbonamento a italiacalcioa5 per avere le notizie aggiornatissime sul futsal nazionale e internazionale. Anche le sezioni dedicate al personaggio e allo sponsor, rimaste ferme per un problema legato alla gestione del sito che abbiamo risolto, saranno rinnovate e curate diversamente. Personalmente devo fare ammenda perch? anche la parte dedicata all’editoriale ? stata trascurata. Vedremo se ci sar? la possibilit? di avere pi? continuit?, altrimenti, vista la mole di lavoro, studieremo altre rubriche pi? interessanti.
Va avanti il progetto televisivo con la nostra piccola domenica sportiva del calcio a 5 in onda su Telecaprisport, quest’anno arricchita da altri tre club: il Benevento, la Reale Mutua Artema e il Camilla Cales. Va avanti il nostro lavoro con il settimanale Napoli Metropoli che quest’anno ha “sfondato” con 9 pagine di calcio a 5. Ci stiamo attrezzando per la nuova stagione e intanto abbiamo scoperto altri appassionati del futsal che si sono tuffati in questo mondo con tanto entusiasmo.
La favola Vico Equense ? durata un anno, con lo spettacolare evento della Final Four di A2 che ha riempito di calore un palasport rimasto ora desolatamente vuoto. Ma non ci sentiamo di addossare colpe a qualcuno, il presidente Raffaele Di Rosa ha fatto il possibile per trovare partner e continuare l’avventura in A2, non ci ? riuscito ed ha scelto di stare alla finestra, in attesa magari di un ritorno l’anno venturo. E sul palcoscenico nazionale sono arrivati due nuovi club: la Cogeap Vesevo del presidente Francesco Starnella che ha rilevato proprio il titolo dei sorrentini e il Benevento calcio a 5 di Filippo Polcino subentrato allo storico Bellona con Giuseppe Carusone costretto a passare la mano dopo venti anni di attivit?. Partiamo dal club vesuviano che ha scelto di affidarsi al digg? Stefano Salviati. Con lui sono arrivati giocatori importanti e ora l’organico per la prossima stagione ? competitivo. Il club sannita si ? affidato a Marcello Serratore che sta curando il mercato con il diesse Enzo Lamparelli. Al nuovo patron, oltre, al doveroso benvenuto, va un ringraziamento speciale per aver portato una citt? splendida come Benevento nel calcio a 5 nazionale e sar? uno spettacolo per molte societ? giocare nello splendido impianto del “Palatedeschi”. Un anno di transizione, si punter? ad un campionato tranquillo per tentare poi la scalata alla serie A.
E nella massima categoria troviamo le due squadre che hanno dominato la passata stagione il girone centro-sud. Non esister? pi? il Marcianise che per esigenze legate alla struttura, dopo le tante promesse mai mantenute dall’amministrazione comunale ha scelto di ricominciare cambiando anche denominazione giocando nella prima citt? di Terra di Lavoro. E’ nato il F.C.M. Caserta e il patron Carlo Sparaco, come ormai ci ha abituati, ha fatto un’altra mezza rivoluzione affidandosi ad un nuovo tecnico brasiliano (Pierrotti ha rinunciato perch? a luglio aveva chiesto garanzie che la societ? non gli poteva dare) e con Zacouteguy sono arrivati giocatori di sua fiducia per un club che tenter? di stupire anche in A dopo 3 promozioni consecutive. Sul Napoli nuovamente la tegola “Palabarbuto”. Il palasport di Fuorigrotta sembra essere off-limits per la societ? di Gentile che al 70% continuer? al “Palavesuvio”: sul parco giocatori ? prevalsa la linea dell’austerity, nessun ingaggio e blocco confermato con la speranza di poter fare un campionato all’altezza.
La serie B partir? con 10 campane. Come l’anno scorso ? diventato quasi un torneo regionale. La Barrese ha sbancato il mercato con acquisti eccellenti e si candida ad essere la squadra da battere, il Marigliano ha scelto di rinnovare gran parte del suo parco atleti e sicuramente potr? dire la sua nelle zone alte della classifica. Si ? mosso bene anche il Napoli Five di Nin? Conte che sceglie la linea verde, mentre l’Afragola ha rinunciato al gruppo storico trovando per? un atleta dal grande spessore tecnico come Gacnik. Anche il Gragnano di Esposito sar? mezzo rivoluzionato, Olimpia e Forio si sono iscritte con difficolt? e soltanto ora stanno facendo i primi passi in campagna acquisti, infine le due nuove arrivate. Il Camilla Cales di Cipro ha rifatto tutta la squadra, la Reale Mutua Artema di Turtoro, invece, giocher? con lo stesso gruppo della serie C1. Ripescata in extremis il Casagiove, outsider di lusso.
Nel massimo torneo regionale avremo tanti giocatori di spessore che non hanno trovato pi? posto in cadetteria, ma sono ancora molti gli atleti rimasti senza squadra. Noi amiamo ricordare che nel calcio a 5 non capita tutti gli anni di incontrare presidenti disposti a spendere certe cifre per pagare i giocatori, pensiamo, per questa ragione che un piccolo ridimensionamento ci debba essere, altrimenti si correr? il rischio che tra un po’ resteranno davvero in pochi a gestire club ad un certo livello. L’invito ? quello di insistere sempre sul settore giovanile per due motivi fondamentali: scoprire il campione fatto in casa e avere un investimento sicuro sul futuro. In Campania il calcio a 5 non ? migliorato. Parlare di numeri ? superfluo se la qualit? resta la stessa. Ci battiamo da tempo per far capire che non pu? e non deve esserci qual campanilismo assurdo che spesso vediamo nei campionati di C1, C2, D, per non parlare degli schifosissimi episodi spiacevoli che accadono quando giocano ragazzi sotto i 18 anni. I colpevoli non sono loro, ma chi li gestisce. Avremo societ? sane e meno violenze solo quando i dirigenti sapranno formulare una protesta in maniera civile, quando prenderanno il ragazzo che si sta comportando male e lo manderanno a farsi la doccia, quando sbatteranno fuori dal campo quei tifosi che si permettono di lanciare oggetti e sputare contro direttore di gara e avversari. Tutti hanno il dovere di alzare la voce, se resta solo una simpatico e colorito sberleffo verbale, di arbitri incompetenti, per carit? , ce ne sono ed ? inutile che ci si “sbatte”, ce ne saranno anche l’anno prossimo, ma la protesta si deve fare con intelligenza, perch? come sosteniamo da anni, alla fine, chi pagher? le conseguenze di tasca sua, sar? sempre il presidente di quella societ?. Noi saremo al centro, come strumento d’informazione, per mediare tra le vostre richieste, le negligenze del Crc, tra quello che verr? fatto e non sar? fatto, dando a tutti la possibilit? di rispondere.
Siamo dell’opinione che per ottenere un cambiamento c’? bisogno di una forte spinta dall’alto e di una grande base che realmente fermenti per averlo, altrimenti questo stato di limbo rester? in eterno. Vi lasciamo con un editoriale di Salvatore Ticli di Italiacalcioa5 che ha analizzato tanti aspetti del futsal che riguardano ovviamente anche la Campania ed un argomento in particolare, l’autonomia del calcio a 5, per il quale ci siamo battuti con forza due anni fa. un obiettivo da raggiungere se questo sport un giorno vorr? avere la sua consacrazione.
A.A.A. cercasi casa per il futsal – Analisi finale della stagione: il movimento ? cresciuto, lo dimostrano mille dati. E allora che facciamo?
– Estate, ovvero tempo di bilanci e riflessioni di un’annata sportiva. Dal punto di vista puramente agonistico se ne va una stagione che ha portato in dote al movimento calcettistico italiano gioie e dolori. Una nazionale italiana che ha confermato la sua competitivit? in campo internazionale, conquistando un onorevole secondo posto al Mondiale ed un terzo posto all’Europeo che brucia ancora. Un campionato, quello italiano, vissuto sul filo dell’equilibrio fino alla fine, a conferma di un notevole livello agonistico raggiunto dalla maggior parte delle formazioni, e che ha regalato il primo scudetto della sua storia al Perugia. A fronte di questi positivi risultati, per?, non possiamo dimenticare come le formazioni italiane ancora non siano riuscite ad imporsi a livello europeo. Detto di quanto decretato dal campo, vogliamo soffermarci nel dettaglio su quanto realmente sia cresciuto il movimento del calcio a 5 italiano in questi intensi dodici mesi che hanno contraddistinto la stagione sportiva 2004-05. Partiamo dalla provocazione del Presidente della Divisione Calcio a Cinque Tonelli, che un anno fa, in occasione della sua rielezione, rivendicava di fronte al presidente del settore giovanile scolastico Papponetti, al presidente della LND Carlo Tavecchio e al vice presidente della FIGC Abete l’ipotetico quanto auspicabile distacco del futsal nostrano dall’ala protettrice della Lega Nazionale Dilettanti verso un ambito autonomo, ma sempre all’interno della casa della FIGC. Ora, con alle spalle una stagione sportiva che ha proposto molti spunti di riflessione ci domandiamo a che punto siamo con questo processo. In poche parole, l’autonomia del Calcio a cinque ? un passaggio obbligato o ancora prematuro? Per dare una risposta a questo delicato quesito, proviamo ad analizzare alcune evidenti problematiche del movimento del futsal in Italia.
1. Parlando di impiantistica, da questo punto di vista si deve ancora migliorare molto: a livello nazionale non possiamo parlare infatti di uniformit? nell’ubicazione delle strutture messe a disposizione per la pratica della nostra disciplina. Ancora oggi, infatti, esistono regioni in cui squadre di un certo livello si trovano costrette a giocare in scomodi e inadeguati terreni di gioco all’aperto (quando il calcio a 5 ? per definizione uno sport indoor…) o, per la totale mancanza di strutture, costrette ad emigrare dalla propria citt?, o peggio ancora, a rinunciare alla categoria conquistata sul campo. Ad esempio, il Nepi, dopo aver conquistato la massima serie nel proprio impianto si ? vista costretta ad emigrare temporaneamente a Viterbo, oppure il Marcianise, che dopo aver conquistato sul campo la quarta promozione consecutiva dalla Serie C2 alla Serie A1 ha rischiato di compromettere la propria partecipazione al massimo campionato nazionale a causa della totale inadeguatezza della propria struttura ed ha infine trovato spazio a Caserta, dovendo per? rinunciare alla denominazione locale di origine. Senza trascurare, infine, l’aspetto legato allo sviluppo di una societ? su un determinato territorio. Roma e Lazio, tanto per citare due realt? di primo livello in ambito nazionale, da anni vagano nei palazzetti della provincia romana, non riuscendo pertanto a consolidare una vera tifoseria, espressione e identit? di un territorio. Archiviata la parentesi Colleferro, entrambe sono pronte a ripartire da Genzano. Identit?? Feeling locale? Difficile parlarne, si vedr? in seguito.
2. Qualche passo avanti ? stato compiuto, ma anche per quanto riguarda lo sviluppo, la gestione e la valorizzazione del settore giovanile si pu?, anzi, si deve fare di pi?. Partendo dal presupposto che il calcio a 5 ? il primo sport in Italia a livello amatoriale per numero di praticanti, ? facile capire come sarebbe auspicabile una maggiore attenzione da rivolgere ai vivai. Si, perch? ? sotto gli occhi di tutti che attualmente sono davvero poche le societ? in Italia ad essersi attrezzate di un settore giovanile completo, dall’Under 21 fino alle Scuole Calcio a 5. La vera forza di questo movimento non pu? che venire proprio dai pi? giovani, che debbono acquisire presto la cultura propria del futsal e non derivarla da altre discipline sportive, con le prevedibili ed inevitabili ripercussioni. Quando la base del calcio a cinque potr? davvero definirsi solida e attiva, il decollo della disciplina sar? massimo e dal sicuro avvenire: ad esempio, un settore giovanile sviluppato e organizzato pu? permettere alle societ? di risparmiare molto tempo e denaro nell’acquisto talvolta irrazionale e frenetico di ragazzi stranieri. Infine, non deve essere dimenticato come il calcio a 5 sia propedeutico al calcio, ovvero non rappresenti assolutamente un concorrente, bens? un alleato.
3. In tema di tesseramenti ? evidente come il sistema attuale denoti falle di non poco conto, che non permettono ai giocatori e alle societ? il superamento di ostacoli burocratici da cui scaturiscono equivoche situazioni, come testimoniato dagli ultimi campionati, con l’impiego da parte di talune societ? di giocatori non tesserati regolarmente a causa di un sistema che non riesce a rilevare immediatamente falle e raggiri.
4. E’ da notare come l’organizzazione strutturale delle societ? presenti nel panorama del calcio a 5, imbrigliate in un sistema di stampo dilettantistico, non permette loro di essere “carne o pesce”. Da un lato troviamo societ? che mirano a presunti obiettivi di stampo “professionale e professionistico” ma che faticano per? a dare continuit? ai loro progetti, soprattutto per l’assenza di dirigenti competenti e qualificati. Dall’altro abbiamo l’esempio di realt? che si avvicinano a questo mondo in modo molto approssimativo, magari spinte dalla passione, ma che non contribuiscono alla effettiva crescita di un prodotto che sulla carta dovrebbe diventare vendibile.
5. Sull’onda del Mondiale a Taipei, in occasione del quale il movimento ha avuto grande visibilit? televisiva con la diretta della finale sulla tv di Stato, si auspicava una maggiore continuit? di informazioni, sia in tv che sui giornali. Infatti, se Raisport ha dato seguito con dirette e trasmissioni di approfondimento, il vero punto dolente ? risultato la carta stampata, dove l’attenzione risulta ancora troppo al margine. Il movimento calcettistico, dal punto di vista amatoriale, oramai non ha eguali in Italia come numero di praticanti, arrivando a superare anche le cifre del “Dio Calcio”, e la costante crescita delle societ? facenti parte del movimento ne ? una riprova. Ad oggi il numero delle societ? cresce in maniera esponenziale su tutto il territorio nazionale, magari non in forma troppo omogenea. E il punto fondamentale ? che ad oggi non esiste ancora un legame produttivo tra il mondo dei campionati nazionali, che dovrebbero essere il vero traino di questa disciplina, i campionati regionali e quelli amatoriali. Nel dettaglio, accade che giocatori facenti parte delle migliori squadre e categorie nazionali non siano minimamente considerati e conosciuti dalla grande massa dei praticanti nei tornei puramente dilettantistici. E allora? A distanza di una stagione sportiva cosa ? cambiato? Quali prospettive in merito? Una doverosa riflessione va fatta: la provocazione del presidente Tonelli va presa con le dovute precauzioni, ma poi senza troppo peso, oppure ? un vero macigno scagliato in uno stagno, con tutte le conseguenze del caso? In risposta alle parole di Tonelli, ricordiamo che Carlo Tavecchio dichiar? la volont? di sedersi presto attorno ad un tavolo per dibattere delle problematiche tra la LND e la Divisione. Ma questo incontro, quando avverr?? In breve, il tutto si pu? ricondurre alle riflessioni sulla necessit? o meno di una autonomia del Calcio a Cinque, anche alla luce dei tempi. Cio?, il futsal nostrano abbisogna di una propria linea guida autonoma?
CONCLUSIONI – A nostro modo di vedere, vista la crescita generale del futsal mondiale (Spagna, Russia, Brasile…) dove all’interno dei capisaldi calcistici il calcio a 5 ? di fatto una disciplina autonoma, sarebbe auspicabile anche in Italia la nascita di una istituzione a s? stante che possa lavorare serenamente ed in piena autonomia, per far compiere il definitivo salto di qualit? ad una disciplina che viaggia ormai da tempo in una sorta di limbo tra il dilettantismo puro ed un finto professionismo. Il problema degli impianti ? vasto e complesso, coinvolge non solo problematiche sportive ma anche politico-locali; un’istituzione che lavora per il calcio a 5,per?, potrebbe iniziare un dialogo con le istituzioni locali, per affrontare la questione e trovare in breve tempo le soluzioni migliori, o almeno iniziare dialoghi costruttivi. Parlando di settori giovanili, tesseramenti, organizzazione societaria e visibilit?, il vantaggio di avere una Lega Autonoma consentirebbe di organizzare una linea guida unica a livello nazionale al fine di regolamentare e gestire le varie tematiche e i vari problemi in maniera univoca e con un unico riferimento al quale ricondursi per tutte le responsabilit? delle scelte e della gestione, come accade gi? per la LND nei campionati di calcio, e non come nel calcio a 5 di oggi dove il presidente della Divisione ha autorit? solo per i club nazionali mentre i club regionali e i settori giovanili rientrano nelle competenze di figure non provenienti esclusivamente dal calcio a 5, rischiando cos? di generare situazioni equivoche e di non linearit? nelle scelte. Inoltre, visti i circa 2000 club che annualmente si iscrivono ai campionati FIGC, possiamo stimare che il volume economico del calcio a 5 italiano si attesti almeno in 7-8 milioni di euro, cifra che se fosse gestita da un organo autonomo potrebbe portare grandi benefici alla totalit? del movimento. Noi non parliamo di professionismo, ma a nostro avviso il calcio a 5 di oggi, viste le emozioni che sa trasmettere e i passi avanti compiuti negli ultimi anni, deve darsi la giusta dimensione e tutte le opportune regolamentazioni utili a collocare finalmente questo movimento nel novero delle principali discipline italiane (basket, pallavolo…).