Il giorno di Capodanno era nato Raffaele Verolino venuto a mancare nel mese di agosto. Amico e collega di tanti anni vissuti insieme con il calcio a 5. Il pensiero rivolto a lui, alla sua disponibilit? e saggezza, a tutto quello che mi ha e ci ha insegnato con la sua umilt?. Ho voluto ripubblicare quanto scrissi quel giorno che se n?? andato, pronti per ricominciare con il nostro amato calcio a 5 nel suo ricordo.
Ciao Lello,
dimmi da dove devo iniziare, chiudiamoci io e te in questa stanza e parliamo delle nostre idee, di quello che vogliamo fare l?anno prossimo insieme. E ti prego, non dire la solita frase ?quello che fai tu per me va bene, io ti seguo?, me lo devi dire tu, devi aiutarmi con i tuoi saggi consigli, devi frenare il mio entusiasmo e coinvolgermi con la tua passione.
Ti ricordi quando ci siamo incontrati la prima volta? Quanti anni sono passati? Era prima del 1990 o dopo? Cavolo non me lo ricordo pi?! Ho un vuoto, me lo dici tu dopo che hai segnato le date. Era il Centro Direzionale di Napoli, isola H, secondo piano. Ti aveva chiamato Filippo per prendere i risultati della Seconda Categoria, e io mi ero inserito l?anno prima quando per gioco iniziai a scrivere articoletti sulla Terza Categoria di calcio. Era il Giornale di Napoli. Fu l? che part? la nostra avventura. Neanche il tempo di capire come funzionasse il lavoro con quel telefono a prendere risultati che Filippo decise di andarsene dal giornale e affidarono a noi la responsabilit? delle pagine. Che emozione! In alto, sulla testata, una scritta che ci ha accompagnato per anni ?pagine a cura di Fabio Morra e Raffaele Verolino?. Quante persone abbiamo chiamato! Te lo ricordi quello di Calitri, le sei squadre di Montoro Inferiore, il San Vitaliano di Arnone e Alaia, e ti ricordi quando si chiamavano il bar del paese o i carabinieri del posto per sapere un risultato di una partita? Altro che cellulare! Facevamo i salti mortali, per?, cazzo, alla fine i risultati c?erano tutti. Quanti soldi abbiamo fatto insieme: 350 mila lire diviso due per parecchio tempo. Ma ci divertivamo. E tu, che non hai mai imparato a scrivere al computer? Che palle! Ogni volta a dover battere i tuoi pezzi. Eravamo dei pazzi. Ah, ti ricordi quella sera alla Doganella, in ritardo con gli articoli da consegnare il giorno dopo, ci mettemmo a scrivere tutto a penna su un quadernone e arriv? il titolare con fare minaccioso? ?pozz? sap? che state scrivenn??? E noi con due facce di chi si mettevano vergogna anche a dirlo? ?siamo giornalisti sportivi, stiamo scrivendo la cronaca delle partite?. E ci lasci? andare interi? Eravamo gi? a Marcianise con la redazione del Giornale di Napoli che si era trasferita in massa. Tutto lo sport. Che culo ci facevamo! Tre pagine con le ribattute, 6 pagine su Prima, Seconda e Terza Categoria. Ci venne a dare una mano Filippo Iannone il luned?. Tutti i fine settimana a lavorare. E la sera l?immancabile pizza da Giovanna a Caserta prima di andare a vedere il giornale fresco di stampa alla rotativa per leggere le nostre firme e i nostri errori. Non ti sei mai fatto mancare il quartino di vino bianco, io sono sempre andato a birra.
E il ritorno in macchina? No, dai, tutte quelle canzoni anni ?60 dai titoli impossibili che solo tu conoscevi. Ma su Little Tony e la ?spada nel cuore? riuscivo a starti dietro.
Quante cose mi hai raccontato! Adesso mi ricordo, quando ti volevi sposare, Ida era la donna della tua vita, me lo hai sempre detto a tavola fino al giorno in cui l?hai portata all?altare e poi mi chiedesti di venirti a prendere all?aeroporto dopo il viaggio di nozze in Austria. Io c?ero, come c?eri sempre tu anche quando dovevo confidarti i miei problemi pi? personali, i miei sogni, la voglia di fare il giornalista e qualcosa d?importante. Ti sei sempre fatto da parte per me con la scusa dell?et?? ?io sono gi? vecchio per questo lavoro, devi andare avanti tu?. ?No, insieme?, ti rispondevo e finch? il ?Giornale di Napoli? ? esistito lo abbiamo fatto. Poi la nostra prima separazione, con la speranza di incontrarci e riprovarci. E allora venne l?occasione nel 1999 quando mi chiamarono per quell?agenzia che forniva pagine a Cronache di Napoli e poi a settembre l?idea di fare Napoli Metropoli. ?Lello devi venire?, ora facciamo qualcosa di serio. Pensammo all?idea di sviluppare gli sport meno conosciuti, c?era la realt? dell?Afragola con il calcio a 5 e ci piacque l?idea di creare un settimanale con questo sport curato nei minimi dettagli. In contemporanea stava nascendo la trasmissione su Telecapriport. Mi dicesti di chiamare Carlo per capire se potesse esserci una collaborazione e mi spingesti a fare l?opinionista il primo anno collaborando dietro le quinte, ma ad ogni puntata Marco Lobasso diceva la fatidica frase ?grazie alla collaborazione dell?esperto di calcio a 5 Raffaele Verolino?. L?anno successivo il destino volle che Marco fu assunto altrove e noi prendemmo le redini del programma. Ti proposi il mio progetto e ti piacque. In giro per i campi di tutta la Campania a parlare delle citt? e del calcio a 5 scindendo le nostre figure professionali: io a fare il conduttore e tu l?opinionista. Che rompicoglioni che sono stato! Lo sai, sono fatto cos?, un perfezionista, m?incazzavo quando non t?informavi sulle notizie, per? mi hai sempre apprezzato, questo lo so. Ehi Lello, quante trasmissioni abbiamo fatto insieme? Dopo le vado a contare o me lo dici tu. Le risate quando invece contavi quanti secondi appariva il mio nome e il tuo sulla sigla d?apertura. E il giornalino per il Torneo delle Regioni con la tuo foto di vent?anni prima dove lo vogliamo mettere? Non mi ricordo che stronzata scrivesti e io che la vidi solo il giorno dopo. A volte ti dovevo frenare, questo lo puoi dire ora. E le tue mitiche metafore? Sono troppe, mi sovviene solo che una volta citasti un Bennato d?annata che fu comico a tal punto che decidemmo di lasciarlo. Eh s?, perch? io facevo il censore e tu il poeta. Ma come si faceva a frenarti. Posso dire che ci fu un periodo molto lungo in cui avesti problemi d?udito e non ?ingarravi un cazzo di nome? al telefono? Ho fatto finta di niente. Come si faceva a dirti qualcosa quando eri sempre il primo ad arrivare in redazione. Con quella tua camminata sull?andante storto. Unica. E le tue battute al lavoro che fanno ancora ridere Angelo? A proposito, ti saluta. E quell?ubriacata a casa di Angelo? Tu a parlare di tutto dopo aver alzato il gomito, a battere i pugni sul tavolo. Nessuno dei tre riusciva a muovere un passo. Ti dovetti accompagnare la mattina dopo a casa.
Cavolo Lello, quante volte mi hai dato coraggio, mi hai detto di non mollare? Quando ha chiuso Napoli Metropoli sembrava si fosse spezzata una parte di noi. In fondo, era anche una nostra creatura. Ti sei preso il peso dei problemi di tutti. Sei stato sempre presente nella nostra vita e non te lo dico perch? ti voglio bene. Lo sai, lo penso. Il dolore di una vita che ti ha dato tante sofferenze ti ha segnato e si ? preso una parte di te due anni fa. Non hai perso la tua flemma. Ah, ho dimenticato il barbiere che ti faceva il mitico pizzetto. E ?Il Punto di Raffaele Verolino? in trasmissione con quei maledetti fogli scritti a penna un?ora prima che cominciassimo il programma? Sto andando un po? in confusione, voglio ricordarmi qualche particolare in pi?, sono quasi vent?anni che ci conosciamo, che abbiamo lavorato insieme. Non pretendere che abbia tutto davanti agli occhi! E quanto ? stato difficile mantenere gli equilibri con tutti i dirigenti del calcio a 5! Mi sto ricordando anche che all?inizio andavi sempre tu a prendere il Comunicato Ufficiale al Comitato Regionale Campano.
Stavo dicendo che due anni fa ti operasti per quel male che ti costrinse a togliere un rene. Ero sicuro che ce la facessi a rimetterti in piedi. Dai Lello, e chi ti ferma! Giusto il tempo della convalescenza e poi ricominciamo. Piano piano, ti ho visto migliorare, non volevo starti addosso. Alti e bassi. Ma tu ci dicevi che stavi bene, qualche valore sfalsato soltanto. E noi ci abbiamo creduto. Negli ultimi mesi sono passato qualche giorno in pi?, sempre di fretta, lo sai. Ma senza starti addosso. Noi volevamo trasmetterti sicurezza, non alimentare paure. La stessa tranquillit? che invece eri tu a voler infondere a noi e non avevamo capito. Ti ricordi l?ultima volta che ci siamo visti? Ti ho chiesto di alzare il pollice e ti ho detto di non mollare. Eri stato da Padre Pio, avevi in programma un viaggio a Lourdes, abbiamo parlato dell?addio dell?Afragola, mi hai chiesto le ultime notizie di mercato. Non mollare Lello! Poi Pietro, tuo cognato mi ha chiamato luned? scorso.
Te ne sei andato il 10 agosto alle 17.25. Oggi ? anche il compleanno di mio nipote Samuele. Te l?ho detto? E? la notte di San Lorenzo. Sono tutti in ferie. Lo hai fatto apposta. Lo so, non volevi rompere i coglioni a nessuno. Ti ho visto ieri, la tua faccia ? quella di sempre, la stessa che in televisione ti faceva apparire pi? grasso di quello che gi? sei. Sono stato vicino a Ida e ai tuoi nel momento in cui ti sono venuti a salutare. Ho cercato di non piangere e ci sono riuscito per dare forza a chi ne aveva bisogno. Sto pensando a tutto quello che posso fare ancora per te e che far? per te.
Ora sono da solo, posso piangere un po?? Scusami, ne parliamo in questi giorni. Posso firmare questo articolo insieme a te? Grazie Lello, sono felice di averti incontrato nel percorso della mia vita.