Non chiamatelo sergente di ferro, ma ? bene rispettare le regole quando in squadra c?? Jozef Gacnik. Una vita in Italia, classe ?74, chiamato dal tecnico Ronconi alla Lazio 9 anni fa. Tanta Campania, una parentesi a Matera, gli ultimi due anni straordinari ad Afragola e la nuova avventura a Casagiove. ?Voglio ringraziare il mio ex presidente, Franco Romanucci, per tutto quello che ha fatto?, racconta l?ex nazionale sloveno, maglia indossata 48 volte con 24 gol per sette stagioni ?poi c?? stata qualche incomprensione e non mi hanno pi? chiamato, ma vorrei tornarci?. Un campionato dai due volti, forte con le piccole, debole con le grandi, dove i casertani non sfigurano ma non vincono. ?Commettiamo errori d?inesperienza e le nostre avversarie ci hanno sempre punito. E? un gruppo che sta crescendo, si sta amalgamando, ciascuno deve imparare a fare il bene della squadra?.
Met? dell?Afragola, met? del Casagiove, i maliziosi dicono che ci sono problemi di coesistenza. “All?inizio ? stato cos?, poi siamo cresciuti. Col Reggio hanno segnato tutti, ho visto grande unit?. Con questo spirito andiamo lontano?.
Obiettivo play off da considerarsi quasi come una promozione e spiega il perch?: ?Evidentemente avevamo sbagliato i conti. Si pensava alla solita lotta tra campane con Pagani e Santa Maria, invece si sono rinforzate anche calabresi e siciliane. La classifica parla chiaro. Sono almeno 6 club allo stesso livello del Marigliano promosso la scorsa stagione?.
Una casa nella sua Bellona, dove ha anche giocato in serie A, un pomeriggio dedicato ai bambini. ?Alleno nella scuola calcio a 5 a Bellona e Brezza. C?? tanta passione per questo sport?. Ama la Slovenia anche se in Italia si trova benissimo. Ci svela un particolare che in pochi conoscono: ?Ho un fratello gemello, Robert, gioca anche lui a calcio a 5. Peccato che non siamo riusciti mai ad essere nella stessa squadra. Ho altri due fratelli, Damian e Roman. Quando posso vado trovare tutta la mia famiglia, adesso sarebbe bello perch? la Slovenia ? innevata e mi piace sciare, ma so che il mio futuro ? qui?. Il sogno resta quello di allenare: ?Adesso lo faccio gi? continuando a giocare. Quando smetter?, spero tra tre anni, vorrei guidare un team di serie A?.
articolo tratto dalla Gazzetta dello Sport del 17/12