Quando trascorri tre giorni di full immersion per una Final Eight sono tanti i flash nel viaggio di ritorno. Il primo nome che ti viene in mente, quello che non trovi e ricerchi su internet senza esito ? l?architetto o presunto tale che ha costruito il Palarigopiano. Quel genio che ha previsto un?ondata di sole tra le 16 e le 20 a delimitare lentamente le zone del campo, una striscia di luce e di calore quasi impossibile da sostenere, fastidiosa per spettacolo e protagonisti. Tutta colpa dell?Italia. Un inutile passaggio del turno con conseguente eliminazione ai calci di rigore in serata contro la Spagna: una qualificazione che ha costretto ad anticipare la finalissima dello scudetto femminile alle 18.30 per evitare la concomitanza.
Il secondo flash, mai parola ? pi? indovinata, ? di Paolo Cassella, mitico fotografo ufficiale della Divisione calcio a 5. Inguardabile nel suo tuffo in piscina e nell?esposizione di un fisico ?pastasciutto?, ma improvvisato e talentuoso radiocronista. Alla citazione di una stretta parentela con il pi? noto Francesco Repice, nella tavola imbandita per il dopo partita della prima lunga giornata di Pescara, privi di supporti televisivi, ha saputo riflettere le emozioni della radiolina con un racconto personalizzato dei calci di rigore di Turchia-Croazia godibile purtroppo solo in versione audio. E nessuno potr? mai cancellare quel ?gol- Semisenturc? del pareggio al 121?, scuola per tutti i radiocronisti di Tutto il calcio minuto per minuto. Povero Cassella, armato di macchina fotografica alla ricerca di sguardi, espressioni, quelle da immortalare in un attimo, normale lavoro, fermato dal capitano della Lazio con una domanda indispettita: ?Che hai da fotografare??. Evidentemente nessuno aveva spiegato alle Woman capitoline l?esistenza di un oggetto con obiettivo tenuto in mano da un tizio chiamato fotografo che svolge la sua attivit?. Tant?? che le Woman capitoline rifiutano anche la foto ufficiale pre-partita. ?Per scaramanzia?, dicono. Invece di ringraziare la Divisione che offre loro un servizio come tutti gli operatori dei mass-media presenti.
E? stata la final-eight del tifo improvvisato, quello solitario amplificato in tutti i modi.
?Manicomio? ha fatto discepoli. Chi segue il calcio a 5 femminile ha identificato nel mitico tifoso del Pescara l?unica curva solitaria vivente capace di sostenere la squadra con le sue urla. Ma non era da meno la simpaticissima coppia di Torrebelvicino con la loro telecamera e i cori in dialetto. ?Forza tose? e altro impossibile da tradurre ? stato un incitamento continuo. I megafoni di tre ?giovani? ultr? della Lazio hanno fatto indubbiamente la differenza con il piccolo dizionario della curva Nord fino all?inno ufficiale della squadra del cuore. A chiudere una simpaticissima signora, tifosa dell?Isef, che sventolava un foulard lungo tutto il perimetro del campo enfatizzando la seconda rete delle sue beniamine, quasi per un minuto, nella finalina del terzo posto. Ma il Torrebelvicino ne ha aveva gi? fatte sei. E come non dimenticare i gol di ?Puffetta Flaminio?, quel movimento nello scatto breve e tiro nel sette con il commento di un tifoso abruzzese ?certe cose le ho viste fare solo a Foglia?. Giusto il suo premio come migliore giocatrice del torneo. Rester? la faccia impietrita di Tony Marzella incredulo per l?ultimo posto del Real Statte, l?esplosione di gioia del tecnico vicentino, le simpaticissime ragazze del Pescara, con la splendida ospitalit? di tutta la societ?, la vittoria meritata della Lazio, concreta nelle tre sfide. Ci piace ricordare l?incontro alle due di notte con Cesar Cruz, allenatore dell?Isef, nell?albergo dove alloggiavamo entrambi e ci siamo incrociati. ?Come faccio a dormire dopo questa sconfitta??, ha detto non riuscendo a fermare il passo. Nessun colpevole, le ragazze meritano un elogio esteso a questi presidenti pap? come Antonio Boccia che al termine della semifinale persa si ? lasciato andare ad un messaggio affettuoso – ?sto aspettando le bimbe?. Sono tutti un po? come lui, ci vuole passione e organizzazione, ciascuno pu? e deve fare la sua parte per regalare al calcio a 5 femminile un campionato nazionale.