Metti insieme un veneto (simpatizzante del Vicenza), un toscano (tifoso della Juve), un napoletano (tifoso del Toro), una romana (tifosa giallorossa) e un romano (tifoso interista) e ne vedrai delle belle. Ci siamo sempre incrociati separatamente nelle nostre avventure di calcio a 5 in giro per l''Italia ed invece, nella tre giorni di Final Eight per la coppa Italia di B, Orlando Casale ha avuto la brillante idea, speriamo, di farci condividere questa esperienza lavorativa. Diciamo però che non immaginava di unire personcine con la testa al solito posto…, cioè sul collo, come dissero Troisi e Benigni nel film ""Non ci resta che piangere"". Dalle risate, bisognerebbe aggiungere. E così, parallela alla splendida cornice del Palacesaroni, va in scena un'altra tre giorni, quella dell'Hotel Villa Aricia, dove risiediamo insieme ai club. Il primo giorno di lavoro al campo è un incombere di baci, abbracci, problemi di linea e salotto trasformato in "angolo cottura", per fare di necessità virtù, quando ci accorgiamo che tutto quanto fosse previsto, inevitabilmente sarebbe dovuto saltare.
Tra le telecronache mitiche di Pierpaolo Fognani (ppf per gli amici), rispolverato da Prato dopo qualche anno di congedo e del sempre brillante "The Voice" Nicola Ciatti, affiancati da Cristina Battista e Mimmo Lacquaniti, finalmente riusciamo a fare le nostre interviste in rapida successione, cercando di dare voce a tutti. Al nostro microfono domande di routine e tanti personaggi di calcio a 5 che per la velocità e l''ubicazione di fortuna nella prima giornata, arrivavano uno dietro l''altro, a volte francamente senza neanche conoscerne il nome ed il cognome. Di una società si ricorda la presenza del presidente, del vice, del direttore sportivo, dell'allenatore, di un giocatore. E dopo aver parlato di partita, storia, sensazioni, progetti e molto altro, l''ultimo intervistato si stava per beccare un ""che si dice a casa?"". Ovviamente scherziamo, così come abbiamo fatto al termine dei quarti di finale con gli amici di Acireale.
Scendiamo nella hall dell''albergo alle 2 di notte e li troviamo tutti abbracciati ad un computer per trascorrere una lunga notte a cercare di dimenticare la sconfitta con l''Aosta. In quei momenti vengono fuori racconti, aneddoti. Non ci sovviene il nome, ma è mitica la figura di un personaggio molto vicino alla società che,
accompagnato ad una partita di basket, per fare bella figura e non scontentare gli amici, tirò fuori la perla di saggezza ""sono convinto che finisce in parità"". Esperto. Dall''Acireale alla Poggibonsese. Sempre nel nostro albergo.
Diventa subito la squadra simpatia, inventiamo per loro un coro portafortuna, il buon Pierpaolo Fognani riscopre amici di vecchia data e "gobbismo" in comune per sciorinare fatti che solo i toscani sanno amplificare con una risata inevitabilmente contagiosa. Viene fuori il personaggio del Buddha, un uomo-tifoso che, anni addietro, da solo avrebbe volto fare man bassa di Restivo e altri giocatori costretti a lasciare le loro stanze per chiamare la polizia che poi trovò il Buddha in mutande a vagare per strada. Una scena meravigliosa con Restivo ancora terrorizzato.
Si scommette sulle finaliste, nessuno mette un euro sulla Poggibonsese, Fognani a parte, e i toscani passano. Risolti intanto i problemi al Palacesaroni, finalmente si spalancano le porte del salotto con la nostra postazione che trova pace dopo che il buon Erhan Sarikaya, super cameraman, sembrava un omino impazzito con telecamera, fili e luci in giro per il palasport, il giorno prima.
Tutto il resto è calcio a 5, dentro e fuori dal campo, l''improbabile camerata a tre di noi poveri giornalisti frutto di inevitabili sfottò da parte delle istituzioni del calcio a 5 con le quali condividiamo memorabili affettati ogni sera. Negli occhi lo spettacolo della partita tra Cogianco e Carmenta, l''imprevedibilità di un pronostico che da scontato si consuma soltanto nei due tempi supplementari all''ultimo atto, tra le lacrime di chi ha perso solo una partita e di chi l''ha vinta, ma non riesce a trattenerle nel ricordo di un ragazzo che non c''è più. Questo è il futsal, un po'' come la Napoli di Pino Daniele, di mille colori. E noi aggiungiamo… di mille emozioni.