Ci siamo. Mancano poche ore ad una delle partite più importanti nel panorama del futsal regionale. Il teatro delle emozioni sarà il palasport di Pellezzano, il trofeo è la Coppa Italia, le finaliste la Flegrea e il Real S.Erasmo. Due tecnici giovani e capaci, Di Iorio e Lieto, due squadre che sanno stupire. Cammini diversi per arrivare a quest’appuntamento: più lineare quello dei puteolani, ricco di capovolgimenti quello dei sammaritani. Sono tanti gli incroci in questo match, tanti fattori che faranno pendere l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte.
I PRESIDENTI – La precedenza ai “primi tifosi”. Il patron flegreo Guardascione ha le idee chiare, lui che una Coppa Italia regionale l’ha già vinta ma senza giocare la finale per le sconfitte a tavolino inflitte ad Avellino e Città delle Acque. Similitudini ma anche differenze rispetto a due anni fa: “Agli occhi degli altri una vittoria avrebbe un peso diverso perchè conquistata vincendo anche la finale. Quest’anno, poi, siamo preparati per un’eventuale Serie B e quindi più motivati, merito anche dell’ingresso in società di Peppe Esposito a cui va il mio ringraziamento. Cosa dirò ai ragazzi prima della partita? Di stare calmi e concentrati, perchè se fanno il loro dovere… Vinca il migliore, l’importante è dare il massimo”. In casa rossonera prevale invece la sorpresa, come si evince dalle parole del vicepresidente Ciarmiello: “All’inizio non pensavamo di poter raggiungere questo traguardo e dopo il 5 a 1 subito a Casavatore in semifinale credevamo di dover salutare la Coppa, invece abbiamo compiuto un’impresa. Cosa diremo ai ragazzi? Di giocare come sempre, cioè per vincere”.
GLI ALLENATORI – Sono loro i duces, i condottieri che hanno guidato le proprie truppe alla conquista dell’ultima battaglia. Per la Flegrea la Coppa Italia è un obiettivo dichiarato da inizio stagione, il Real S.Erasmo è la rivelazione della competizione. Augusto Di Iorio, che una fase nazionale l’ha disputata proprio da capitano dell’allora Trilem Flegrea due anni fa, la vede così: “Arrivati in finale tutti vogliono vincere, quindi il livello di tensione sarà lo stesso. In settimana ho cercato di preparare al meglio la partita, lavorando come sempre per quanto riguarda il modo di giocare ma logicamente adeguandoci al tipo di assetto tattico che ci ritroveremo di fronte. In ogni caso cercheremo di imporre il nostro gioco, come è nel nostro DNA”. Dall’altra parte Gerardo Lieto, giunto in finale al terzo tentativo dopo due semifinali perse nelle ultime due stagioni: “Ci sarà grande concentrazione da entrambe le parti. Loro però hanno tutto da perdere perchè ci hanno puntato dall’inizio, mentre noi siamo una mina vagante: se non abbiamo grosse responsabilità riusciamo a sfoderare grandi prestazioni, se invece avvertiamo la pressione non rendiamo al meglio, un difetto dettato dall’inesperienza. Dobbiamo essere spensierati, per noi sarà una giornata di sport con tre pullman provenienti da Santa Maria Capua Vetere. Per quanto riguarda l’impostazione della gara, so che loro hanno un’ampia rotazione e quindi sto cercando di far capire ai miei ragazzi di rallentare e accelerare a seconda dei momenti della partita, perchè a parità di ritmo potremmo pagare la loro maggiore profondità di organico”.
I BOMBER – I più temuti, i più attesi, quelli che fanno la differenza, che danno fantasia, che sono la poesia di questo sport. Ogni squadra ne ha uno, e oggi saranno Mario Esposito e Mario Sorbo. Il numero 10 dei flegrei non sente il peso di essere leader: “Le responsabilità non saranno solo mie, ma di tutti. Dobbiamo vincere perchè siamo l’unica squadra che in Coppa non ha mai perso. Siamo carichi a mille, affronteremo un’ottima squadra ma siamo vogliosi di alzare il trofeo”. Sulla sponda sammaritana, Mario Sorbo sa quello che dovrà fare: “Sono carico, se faccio la differenza è perchè la squadra mi mette in condizione e io ci metto del mio per concretizzare. Se giochiamo come sappiamo le occasioni arriveranno, ma per vincere dovrò dare un grande contributo soprattutto nella fase difensiva”.
GLI ASSENTI – I più tesi saranno senz’altro loro, che per un motivo o per un altro non potranno scendere in campo nel match più importante. Peppe Mollo e Davide Cecere, 16 anni di differenza, accomunati dalla sofferenza nel vedere da fuori i propri compagni. Il capitano della Flegrea ha rimediato una frattura al piede: “E’ un infortunio raro, sarà dura stare sugli spalti. Ci tenevo particolarmente a questa partita per una serie di motivi, dal fatto che non ho mai giocato una finale di Coppa al desiderio di dedicare l’eventuale vittoria a Carlo Canciani. E’ stata una vera mazzata”. Cecere invece non ci sarà perchè squalificato per somma di ammonizioni, come Pavel Nedved alla finale di Champions’ del 2003: “L’amarezza è tanta. E’ una partita importante e sentita, ma il destino ha voluto che io non ci fossi. Sarò in tribuna per sostenere i miei compagni, dovranno giocare anche per me. Noi ci crediamo”.
I NUOVI – C’è chi, ironia della sorte, farà l’esordio con la sua nuova maglia nella finale di Coppa Italia. Da una parte la gioventù di Antonio Loasses, dall’altra l’esperienza di Alessandro Bucciero. Il giovane talento ex Paganese scalpita: “Sarà stimolante, anche perchè non avevo ancora giocato una partita di questa importanza pur militando in categorie superiori. La sensazione dopo i primi allenamenti è che la mia squadra è davvero di ottimo livello. In verità non so se scenderò in campo: mister Di Iorio mi ha convocato, ma è da poco che sono col gruppo e vengo da un infortunio di tre settimane. Sarà lui a decidere, io in ogni caso mi farò trovare pronto”. Da giocatore navigato le parole di Bucciero: “Sono davvero emozionato. I miei compagni sono arrivati fino a questo punto ed io non voglio rovinargli la festa. Il merito è tutto loro, sto cercando di inserirmi nei meccanismi e spero di dargli una mano”.