1. Quanto credeva all'inizio della stagione di poter raggiungere questa promozione? Quali erano le principali incognite?
Ci speravo tanto. Non conoscevo bene la Serie B, ma già dai primi allenamenti della squadra ho avuto la sensazione che potevamo fare benissimo. Abbiamo cambiato molto: dal tecnico ai giocatori, dall'impianto di gioco agli orari di allenamento. Non è stato facile, anzi. E qui il merito va per intero alla bravura ed alla professionalità del Mister, dello Staff Tecnico e della squadra.
2. Ha detto di aver indovinato per l'ennesima volta la scelta del tecnico, dei giocatori e dello staff. Quale crede che sia stata la carta vincente? Qual è il suo segreto insomma?
La passione. Mia e di chi da poco meno di sei anni ha condiviso e condivide il nostro modo di fare sport. Per noi il risultato è la conseguenza del lavoro svolto, dei sacrifici profusi e della voglia di raggiungere un obiettivo o di realizzare un sogno. Nessun obbligo, se non quello di dare il massimo, sempre. Quando poi alla tenacia si aggiunge la qualità, e questa squadra credo ne possegga in abbondanza, vincere è la più naturale conseguenza.
3. Perì Fuentes fino all'estate scorsa era un bravo allenatore che aveva già ottenuto tante soddisfazioni in Brasile, ma ancora sconosciuto in Italia. Ora, alla luce degli ultimi mesi, secondo lei cos'è diventato per il movimento del calcio a cinque italiano?
Per chi preferisce guardare i risultati, Perì è uno che è arrivato senza conoscere una sola parola di italiano e in meno di sette mesi ha vinto un campionato di Serie B, con una squadra che ha segnato più reti di tutte e ne ha subite meno. A me piace andare oltre, e allora esprimo il mio orgoglio per aver portato in Italia un tecnico dalle enormi capacità professionali e dalle naturali doti relazionali. È stato costantemente un punto di riferimento per me e per lo spogliatoio. Credo che la sua permanenza in Italia contribuisca ulteriormente alla crescita dell'intero movimento.
4. L'Isef continua a regalare emozioni, l'anno scorso con la Coppa Italia, quest'anno con il Campionato. Ha vissuto le due promozioni allo stesso modo? Cosa c'è di diverso?
L'anno scorso era una Coppa, quindi con scontri diretti e la finale al cardiopalma contro il Montecastelli. Il Campionato è diverso: ti toglie e ti offre qualcosa. L'attesa è stata più lunga, ma la gioia è stata identica, addirittura maggiore. L'anno scorso, poi, concentrammo tutte le nostre forze per il doppio confronto della Finale. Quest'anno, invece, abbiamo vissuto quasi quattro mesi con la consapevolezza che per arrivare primi bisognava non fallire nessuna vittoria. Difatti, ci sono voluti quindici successi di fila per avere la meglio di un Fasano che, come noi, ha disputato un campionato straordinario.
5. La caratteristica della sua società e che in ogni stagione agonistica tende a rinnovare quasi completamente l'organico, a partire dal tecnico. Come vede il prossimo futuro dell'Isef?
Veniamo da tre promozioni consecutive, perciò finora abbiamo cambiato spesso. Abbiamo cercato sempre di parametrare le nostre forze alla struttura dei campionati che affrontavamo. Un campionato non è uguale all'altro, ma quest'anno abbiamo iniziato un percorso già guardando lontano. Ripartiremo cercando di ottenere subito dai nostri atleti la riconferma della volontà di proseguire con noi.
6. Ora che l'obiettivo A2 è stato raggiunto ne ha già in mente un altro?
La serie maggiore, senza maschere. E non ho mai avuto fretta di realizzare i miei obiettivi … Quindi, riprenderemo con la solita serenità il nostro percorso appena Perì Fuentes stabilirà la data della nuova partenza.
Grazie e buon lavoro
Amalia Di Palma
Ufficio Stampa Gruppo Sportivo Scolastico Isef