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Il crack, la differenza, l’ago della bilancia. Chiamatelo come volete. Ciro Attanasio, alias “Caterpillar”, è stato il trascinatore dell’Afragola, dimostrando ancora una volta di meritare ben altre categorie. Col suo rendimento eccezionale ha saputo incidere come nessun altro in questo campionato. Volevamo scegliere un personaggio chiave di questa straordinaria stagione e senza nulla togliere agli altri, al gruppo storico dell’Afragola, ai nuovi innesti, tutti citati con il giusto elogio nel nostro pagellone, abbiamo riservato una copertina ad un fuoriclasse del futsal.
In estate non è stato facile per te separarti dalla Traiconet per sposare questo progetto. Inutile chiederti se è stata la scelta giusta…
“Abbandonare la Traiconet è stato doloroso, ma alla fine ho fatto una scelta azzeccata. Sono molto felice”.
Allenatore, dirigenti e compagni ti ripetono spesso che sei un fenomeno. Come convivi con questa cosa?
“Non credo di esserlo. Le mie ex squadre, New Team e Traiconet, hanno fatto benissimo anche senza di me. La stessa Afragola ha vinto lo stesso quando sono stato fuori per infortunio”.
Analogie e differenze tra questa Afragola e la Mecobil con cui vincesti i playoff di C1.
“Di simile c’è il gruppo, ogni compagno è tifoso dell’altro. C’è grandissima unione tra tifosi, società e giocatori: si è creata un’unica grande famiglia. Quando andiamo al campo ci divertiamo, proprio come alla Mecobil. Le differenze quindi sono pochissime, forse l’unica che riesco a trovare è nella struttura societaria: l’Afragola ha un progetto a lungo termine, la Mecobil non aveva la stessa solidità”.
Quando hai capito che avreste potuto stravincere il campionato?
“La nostra convinzione è nata quando abbiamo vinto a Casavatore all’ultima giornata del girone d’andata, portandoci a 45 punti sui 48 disponibili a +9 sulla seconda. La vittoria per 2-6 sul campo della Flegrea è stata un’ulteriore prova della nostra forza”.
C’è chi dice che su un campo di piccole dimensioni riesci a coprire meglio gli spazi e chi sostiene che su un parquet grande esprimi al meglio le tue potenzialità. Qual è la verità?
“La verità sta nel mezzo. Questo sport va praticato su parquet ed io riesco ad esprimermi meglio sui campi di 36-38 metri che su quelli di 40-42”.
Chi è il compagno di squadra con cui hai legato maggiormente?
“Già conoscevo bene alcuni di loro, in particolare Stiano. Ho legato con tutti, ma se dovessi sceglierne uno direi Gino Cammisa”.
Chi invece l’avversario che ti ha messo più in difficoltà quest’anno?
“Ho sofferto due calcettisti su tutti: Antonucci della Trilem e Sorbo del Real S.Erasmo. Mi hanno messo in difficoltà per il loro modo di giocare”.
Hai già parlato con la società per l’anno prossimo?
“Non ancora, per ora ci godiamo i festeggiamenti. In ogni caso io voglio restare ad Afragola perchè mi trovo benissimo”.
A chi vorresti dedicare la vittoria del campionato? Sappiamo che tra poco la tua famiglia si allargherà…
“Il mio primo pensiero è rivolto a mia moglie e ai miei genitori. Ancora un po’ e nascerà mio figlio, un anno perfetto. Voglio inoltre ringraziare tutta la società, compreso lo staff che compie un lavoro oscuro ma fondamentale”.