I presidenti, dr. Antonio Pepe e arch. Francesco Longobardi, e le massime cariche dirigenziali, dr. Antonio De Angelis e p.avv. Giuseppe Gentile, ed i tanti (quasi la totalità) dei veri tifosi gragnanesi, pur comprendendo la giusta amarezza della compagine calabrese per quanto accaduto, non possiamo assolutamente accettare lezioni di civiltà e di educazione sportiva da nessuno e non possiamo altresì giustificare tutte le falsità che stanno circolando su questo brutto episodio.
La società Leonida Gragnano Futsal è una società sportiva, composta da persone perbene, da professionisti, che nel poco tempo libero a disposizione, si dedicano allo sport ed ai tanti giovani del territorio e si è sempre contraddistinta negli anni disponibile e corretta verso gli atleti e le società di calcio a 5. Ed è per questo che con tutte le nostre forze riusciremo a far emergere la ;vera verità, in quanto abbiamo sempre condannato gli episodi violenti, e tutt'oggi rimarchiamo fortemente la condanna a tali episodi già espressa nell'immediato dopo-gara e nei giorni successivi ai media locali.
I media calabresi e la società amaranto, tentano, a tutt'oggi, di far passare questo deprecabile episodio, indubbiamente condannato dalla nostra società, come un qualcosa di premeditato ed organizzato dal sottolineando la nostra assenza ed il nostro mancato intervento per sedare immediatamente gli animi caldi del dopo-partita.
COSE ASSOLUTAMENTE NON VERE ED INACCETTABILI.
A tal proposito, a seguito, anche delle offese rivolte alla città di Gragnano e alla nostra società, il Comune e la Società stessa si riservano di adire le competenti autorità giudiziarie nei confronti di qualche media calabrese, per la montagna smisurata di fango che è stata rimessa nei nostri confronti.
Con questo comunicato si vuole fare estrema chiarezza e far capire in maniera limpida che la Leonida Gragnano è la vittima esclusiva di questi ignobili, inqualificabili ed ingiustificabili comportamenti, di pochi scalmanati, o bestie come preferite, che in un sabato pomeriggio non hanno avuto di meglio da fare che rovinare la festa, di una meritata salvezza conquistata sul campo, oltre che cercare di cancellare in pochi secondi, anni di sudati sacrifici, onorabilità e stima guadagnati dalla nostra società. Quindi, la nostra presunta regia occulta ed i rapporti con questi pochi deficienti non possiamo assolutamente accettarli, in quanto, queste persone, nulla hanno mai avuto a che fare con noi e con lo sport (a memoria basta ricordare il ritorno dei play out dello scorso anno, dove in un match ancora più difficile e teso, rispetto a quest';anno, nulla è accaduto né nel pre-gara né nel post-gara, anzi ci sono state le pubbliche dichiarazioni della dirigenza gragnanese con le quali si augurava di ritrovare il
Reggio ancora in serie A2).
Con questo, non si vuole assolutamente discolparsi e sgrossarsi tutte le responsabilità, anzi, un attenta analisi interna deve farci interrogare e capire se vale la pena continuare, oggi sicuramente da parte di tutti e usando il ;senno di poi;, tutto si poteva fare, prevedere ed evitare,
ma alcune cose se non le fai o non rientrano minimamente nei tuoi comportamenti quotidiani, sinceramente sono inaspettate, soprattutto su un risultato tondo come un 5 a 0 sul quale c'era solo da festeggiare.
Il nostro è un dovere di chiarezza che dobbiamo alla città, allo sport e alle nostre famiglie, ed è per questo che vogliamo raccontare come le cose realmente sono andate:
1. All'arrivo alla tendostruttura la squadra calabrese è stata accolta con la massima cordialità e disponibilità dai dirigenti gragnanesi, visti gli ottimi rapporti che intercorrono tra le due società e nessun tifoso è andato a disturbare gli atleti e i dirigenti sia all'arrivo che durante la fase di riscaldamento.
2. Durante la gara tutti i dirigenti del Reggio ed alcuni parenti e amici del Presidente sedevano, per espressa volontà dei dirigenti gragnanesi, vicino ad essi, al fine di evitare discussioni con qualche tifoso.
3. Durante la gara c';è stata la costante collaborazione tra gli arbitri, commissari di campo e dirigenti gragnanesi, come ad esempio quando è stata chiusa un uscita adiacente al calcio d'angolo o come sono stati disposti tre dirigenti nei pressi del pubblico più vicino alla panchina ospite.
4. Nessuna persona estranea è mai entrata nel rettangolo di gioco durante la gara
5. Nessun petardo è stato esploso all';interno della struttura, ma bensì all'esterno.
6. Al fischio finale, così come si evince dalle inequivocabili immagini televisive, diffuse via internet da un sito calabrese, i tifosi entrano in campo per festeggiare la vittoria e all'improvviso, sicuramente su qualche ulteriore provocazione della panchina ospite, è scattata la scintilla che ha portato alla degenerazione di alcuni pseudo-tifosi (il tutto della durata massima di 30 secondi). Così come
si evince sempre in maniera inequivocabile dalle immagini video l';immediato intervento di dirigenti, giocatori e dello stesso allenatore, che oltre a fare da vera e propria barriera umana ai giocatori ed i dirigenti ospitati, hanno anche accelerato le operazioni di rientro negli spogliatoi degli stessi, così come espressamente dichiarato anche dallo stesso Reggio e dai media calabresi (ma tutto
questo, forse in malafede, mai menzionato minimamente nella sentenza delGiudice Sportivo).
7. Al rientro negli spogliatoi, nulla di violento è accaduto, in quanto le porte esterne venivano presidiate dai dirigenti gragnanesi, ma ci sono state solo accese discussioni verbali tra i calciatori.
8. La Polizia Municipale era presente durante tutto l';arco dell'incontro, sempre come si evince dalle immagini, e non ha ravvisato, come del resto il Commissario di Campo e gli arbitri (che non sono vigliacchi e codardi, così come definiti in maniera quanto meno poco educata in un comunicato del Presidente del Reggio), la necessità, in loro potere, di chiedere la sospensione della gara o rinforzi, in
previsione di qualcosa che sarebbe potuto accadere che è rientrato nell'imprevedibilità di tutti.
9. All';arrivo dei Carabinieri (circa venti minuti dopo) era tutto finito da molto tempo, in quanto come detto l';episodio è circoscritto in pochi secondi, e gli stessi si sono solo limitati ad accompagnare la squadra ospite al bus che li attendeva.
10. Gli arbitri e lo stesso commissario di campo, venivano aspettati dopo le loro rituali operazioni, ed accompagnati dai dirigenti gragnanesi sino alle loro autovetture come nostra buona abitudine.
Quindi, la Leonida Gragnano Futsal, pur riconoscendo le proprie eventuali negligenze, per le quali paga oltre misura e pur condannando veementemente questa brutta pagina di sport con atti di violenza che non appartengono al nostro stile, si rammarica per gli infamanti ed offensivi termini usati nei vari comunicati (gallinaio, bestioline, pseudo strutture degne di un paese africano o definire in senso ironico i dirigenti del Gragnano) diffusi dal Reggio attraverso un sito internet locale, per il quale si ribadisce che saranno intraprese azioni legali alla difesa sia della società nelle persone deidirigenti che del Comune di Gragnano.
La Leonida Gragnano Futsal, accetta la prima sentenza emessa dal Giudice Sportivo, ma per come si sono svolti realmente i fatti, non condivide la decisione presa e preannuncia ricorso avverso a tale dispositivo, in quanto del tutto spropositata e senza minimamente considerare la reale,
concreta e fattiva collaborazione della dirigenza gragnanese e delle forze dell';ordine presenti.