Rimettersi in gioco. E’ stato questo probabilmente il pensiero di Fabio Di Giacomo, quando a 32 anni ha deciso di lasciare il calcio a 11 per accettare la proposta della Feldi Eboli dopo una vita trascorsi sui campi “più grandi”. Una bella scommessa che Di Giacomo sta vincendo alla grande con il sostegno di un gruppo meraviglioso, un viaggio alla scoperta di nuovi lidi e nuovi trionfi per portare un’esperienza lunga, perchè per chi indossa un paio di scarpette non importa dove gioca, l’importante è fare gol.
Fabio, sei al primo anno di calcio a 5. Quali sono le differenze che hai trovato?
“Questo è il mio primo anno di calcio a 5 e sono immensamente grato al presidente Di Domenico di aver creduto in me ed avermi dato la possibilità di entrare in questo magnifico mondo, poi farlo in una società dove puoi sentirti come a casa perchè è come una famiglia piena di valori e di buoni propositi e con tanta voglia di fare bene è il massimo. Le differenze sono tante, a cominciare dal ritmo più intenso, nonostante il tempo di gioco sia di durata minore, e quindi meno pause e più velocità, passando per diverse impostazioni tecnico-tattiche, dai movimenti con e senza palla al controllo stesso del pallone, anch’esso diverso per forma e peso e poi la notevole differenza delle dimensioni del campo”.
Com’è arrivarci a 32 anni dopo una vita trascorsa sui campi di calcio a 11? Lo vivi come un tramonto o una nuova alba?
“A 32 anni può sembrare un arrivo al capolinea mentre la mia è stata una scelta fatta con convinzione e con la voglia di un ragazzino che si appresta a vivere una nuova vita calcistica con tanta voglia di imparare e se possibile fare bene così da poter giocare ancora per molti anni, arrivo al campo con la consapevolezza che in ogni allenamento imparo sempre qualcosa di nuovo e questo mi dà una gran carica”.
La tua Feldi ha cominciato male, adesso vi state riprendendo, dove potete arrivare?
“Siamo partiti non benissimo forse pagando un po’ lo scottò della categoria pur avendo giocatori di spessore e qualità superiori. Poi con l’arrivo di mister Barbato abbiamo ottenuto subito risultati importanti, purtroppo nelle ultime tre gare abbiamo raccolto le briciole rispetto alla mole di gioco espressa e in alcuni casi è mancato solo quel pizzico di fortuna. Sono sicuro che alla fine daremo filo da torcere a tutti e presto speriamo di poter lottare per posizioni di classifica a noi più consone vista la qualità del gioco e dei giocatori che abbiamo espresso”.
6 gol, un buono score ed uno pesantissimo con lo Sbarra, cosa ti senti di promettere ai tuoi tifosi?
“Sabato ho segnato contro un’ottima squadra ma come sempre i gol sono frutto del lavoro di tutti ed io spero di poterne fare molti altri solo ed esclusivamente per il bene della squadra, non vivo per il gol e posso restare anche a secco per l’intero campionato purché si vinca. Il mio primo obiettivo è rendermi utile per il mister e i compagni, se poi vengono i gol ancora meglio. Questa è una grande società composta prima da uomini eccezionali e poi da dirigenti competenti, sono loro la maggior garanzia per i tifosi”.
Il rapporto con compagni e tifosi e giudizi tecnici sul ruolo di pivot…
“Il ruolo di pivot è fondamentale, mi sento molto responsabilizzato e quando vengo chiamato in causa do il massimo per ripagare la fiducia e dare il mio apporto. Ho trovato un gruppo di ragazzi straordinari che fin da subito mi hanno aiutato dentro e fuori dal campo, da loro ho solo da imparare visti i trascorsi che hanno anche in campionati maggiori nel calcio a 5. Poi, c’è il mister a cui devo molto perchè sta accelerando il mio inserimento grazie al suo lavoro e ai suoi insegnamenti. Con tutti è nata una sincera amicizia”.
Un sogno nel cassetto…
“Il mio sogno è poter ottenere qualche traguardo importante con la Feldi e di poterci giocare quanto più a lungo possibile ovvero fino a fine carriera”.