MAI, saremo voluti entrare in questa polemica inutile e sterile innescata dalla Licogest Vibo che, come sua sana abitudine ogni anno trova l'avversario da demonizzare, l'anno scorso era il Catanzaro, quest'anno la Aequa Gragnano. I dirigenti vibonesi hanno iniziato già dalla Final Eight di Coppa Italia, tenutesi a Cercola, ad assumere atteggiamenti provocatori nei confronti della dirigenza gragnanese e dei napoletani in genere etichettandoli con il classico luogo comune di mafiosi o camorristi. Dichiarazioni alle quali il sodalizio gragnanese non ha voluto dar seguito dall'alto della sua educazione che negli anni l'ha sempre contraddistinto come società ospitale e cordiale, che ha messo sempre a proprio agio le società ospiti, tanto è vero che a loro contrario vanta ottimi rapporti con tutte le società della serie B girone F, in particolare con le squadre calabresi e siciliane.
Tornando ai fatti di ieri, dove i vibonesi sono arrivati con una nutrita scorta delle forze dell'ordine, con due commissari viaggianti e addirittura la Procura federale, in quanto, da loro dichiarazioni, in terra di camorristi si ci deve andare tutelati, in questo modo non hanno fatto altro che offendere un'intera comunità, e una società, che al contrario negli anni, non ha mai espresso episodi di violenza. Va inoltre sottolineato che, durante tutta la gara, sia i calciatori, sia i pseudo-dirigenti vibonesi hanno assunto un atteggiamento provocatorio ed offensivo nei confronti dei calciatori gragnanesi e della tifoseria, che comunque ha mantenuto un comportamento leale e corretto nel corso di tutto l'incontro. La Aequa Gragnano condanna, se è vero, l'atteggiamento del proprio tesserato per aver colpito Nelson, ma condanna ugualmente Nelson che aveva offeso a più riprese la mamma del giovane atleta gragnanese, come le mamme degli altri nostri atleti che erano in panchina. Se Nelson si definisce un campione di questo sport, non lo è certamente nei comportamenti, in quanto, anche il Gragnano è andato su tanti campi infuocati in questi anni, ma mai i propri tesserati hanno offeso né i calciatori né le tifoserie avversarie onde evitare inasprimenti degli animi.
Da qui si deduce che l'atteggiamento della Licogest Vibo, era premeditato al fine di far diventare una giornata di sport in una giornata di violenza. In tale tranello, ben architettato, non sono però caduti i tifosi gragnanesi che si sono comportati più che correttamente, tanto è vero che la squadra ospite ha lasciato a fine incontro il palazzetto nella massima tranquillità.
Detto questo, non vale neanche la pena parlare di una partita nettamente dominata dal Gragnano, con tre legni colpiti, ben tre salvataggi sulla linea, un calcio franco sbagliato a 19'' dalla fine, in quanto si è solo cercato di infangare una società che vanta ben dieci anni di campionati Nazionali, prestigiosi trofei e non ultima, si è contraddistinta, per l'organizzazione delle Final Eight dove ha ricevuto i complimenti da tutti gli addetti ai lavori.
Infine nella speranza di archiviare qui questa polemica da "bar dello sport", la dirigenza gragnanese auspica vivamente un ritorno alla dialettica del futsal giocato.