Ha firmato il suo settimo gol al Mondiale, ha trasformato con freddezza un rigore che ha spianato la strada alla rimonta contro il Portogallo e alla qualificazione in semifinale. La fiducia e la convinzione di Saad Assis sembrano aver contagiato tutta l’Italia, che dopo aver vinto una partita che sembrava già persa contro Ricardinho e soci non vuole accontentarsi di un posto tra le prime quattro del mondo. Contro la “sua” Spagna – il Paese dove gioca da sei anni – il folletto del Barcellona è convinto che gli azzurri abbiano le loro carte da giocare.
“E’ la terza volta negli ultimi quattro anni che giochiamo una semifinale contro di loro”, ricorda Saad, presente a tutti e tre gli appuntamenti, “Nel 2008 al Mondiale in Brasile, nel 2012 all’Europeo in Croazia e domani. Speriamo di batterli, sappiamo le difficoltà che dovremo incontrare perché sono bravissimi, i migliori con il Brasile. Ma vincere contro di loro, secondo me, non è impossibile. Se facciamo quello che sappiamo e seguiamo le direttive del mister, possiamo farcela”. Anche se le Furie Rosse di José Venancio Lopez non perdono (ai tempi regolamentari) da 118 partite…
L’ultima squadra a battere la Roja fu proprio l’Italia agli Europei del 2005 a Ostrava, ma poi il titolo andò alla nazionale all’epoca guidata da Lozano. Saad ritroverà sul campo tanti amici, visto che nella Spagna giocano sei suoi compagni del Barcellona. “Ho sentito Fernandao, Cristián e Torras, ho detto che come loro voglio vincere”, racconta, “Credo che sarà una semifinale bellissima”.
Gli azzurri però hanno rischiato seriamente di non giocarla, dopo la partenza choc contro il Portogallo. “E’ stata una partita difficile”, riconosce a caldo Saad, “eravamo consapevoli delle qualità e delle potenzialità” della squadra di Jorge Braz: “non abbiamo giocato bene nel primo tempo, nella ripresa siamo decisamente migliorati. Il futsal è così, in un o due minuti il volto di una partita può cambiare totalmente. E’ andata meglio a noi, fortunatamente”.
Dopo poco più di un minuto della ripresa, il numero 11 azzurro ha riaperto la gara contro il Portogallo trasformando un tiro dal dischetto che lui stesso si era procurato. “Il mister ci dice prima chi calcia i rigori, chi i tiri liberi o le palle inattive”, rivela, “c’è una lista e in quella dei rigori io sono al primo posto. Ho preso la palla ed ero sicuro di far gol, mi sono esercitato tanto in allenamento. Sono contento di questo, ha spianato la strada alla rimonta e ci ha ridato fiducia dopo essere andati sotto 3-0. Nel secondo tempo abbiamo rispettato le consegne del Ct e abbiamo giocato bene, penso che il gol sia stato importante per la rimonta”.
E’ stato – come detto – il suo settimo sigillo a Thailandia 2012: con l’eliminazione di Eder Lima, Cardinal e Ricardinho, Saad ora può ambire al trono dei bomber. “Fare gol è importante, chiaro, ma al titolo di capocannoniere non penso”, assicura il giocatore del Barcellona, “La cosa più importante è che vinca la squadra, io non gioco da solo: questo è un gruppo, vinciamo e perdiamo tutti insieme. L’Italia sta facendo un buon lavoro, la speranza è di arrivare in semifinale”.
Sin dall’inizio del Mondiale, Saad ha creduto nelle potenzialità di questa Italia parlandone apertamente: la sua fiducia e la sua convinzione sembrano aver contagiato tutti i compagni. “Non solo io, ma anche Marcio Forte abbiamo trasmesso tranquillità grazie alla nostra esperienza, sappiamo che è importante”, sottolinea, “Per i nostri compagni, che sono più giovani, ma anche a tutte le persone dello staff. Ma in questo è prioritario l’apporto del Ct, lui ha giocato e conosce il clima di un Mondiale, anche se è il suo primo da responsabile della squadra. Sappiamo che l’Italia c’è e può puntare a traguardi ambiziosi”.