Chissà quante volte sarà stato personaggio della settimana in 17 anni di onorata carriera. Già, diciassette anni: più o meno 6025 giorni, 148.920 ore passate a calcare tutti i più prestigiosi impianti di futsal, a collezionare trofei, a raccogliere consensi. Ma come il più grande dei surfisti, Ciccio Angelini lascia la cresta dell’onda per non esserne travolto, sul più bello. All’apice della sua carriera. Da vincente, dopo aver contribuito alla storica promozione in serie A del Finplanet Fiumicino. Farà il dirigente, ma per tutti sarà sempre: Ciccio Angelini, semplicemente il numero uno del calcio a 5.
GRANDE GROSSO E…ANGELINI – Quando pensi a Ciccio Angelini, la prima domanda che ti viene in mente è: “ma come fa un portiere di quella stazza a parare l’impossibile?” Gianfranco ci ha sempre scherzato su, con quel misto di simpatia ed ironia che lo ha contraddistinto e che tutti ha conquistato. Quel “mattacchione”, però, non ha risposto a parole, ma sul campo. Che portierone. Colui che ha vinto uno scudetto con la Roma, guidando la Nazionale italiana di futsal alla conquista dello storico Europeo, nell’annus domini 2003 a Caserta. Gran carattere, doti tecniche ed umane, un leader carismatico dotato di un ineguagliabile senso della posizione e reattività sulle gambe, un estremo difensore unico nel suo genere. Un atleta in campo e una gran persona fuori. Il classico amico che chiami e gli dici: “cha facciamo stasera, andiamo a cena fuori?”. Ma forse il più grande pregio di Ciccio Angelini è stato quello di aver portato questa disciplina al di fuori dei confini del mondo futsal, abbracciando altri sport. Come il calcio. Tutti conoscono Ciccio Angelini. Buffon gli volle stringere la mano, in un ritiro della Roma targata Rondoni, a Courmayeur. La Gazzetta dello Sport lo inserì fra gli sportivi chiamati a celebrare i 200 gol di Totti in carriera. Alcuni dei suoi ex compagni di Nazionale, con in prima fila il presidente della Divisione Calcio a 5, Fabrizio Tonelli, lo ricordano così.
TONELLI – “Gianfranco Angelini ha contribuito a scrivere alcune delle pagine più belle della storia del calcio a cinque italiano”. Il presidente della Divisione ha un pizzico di amarezza, come del resto qualsiasi appassionato di questo grande sport. “Ci vorrà un po’ di tempo per abituarsi all’idea di non vederlo più protagonista sui campi con la sua contagiosa simpatia”. Tanti episodi, ci vorrebbe una biografia sul portierone italiano e romano – e non è detto che qualcuno non la scriva prima o poi – Tonelli viene in mente un periodo in particolare. Il più bello. “Mi piace ricordarne soprattutto il contributo con la maglia della Nazionale, con le sue 37 presenze in cui spiccano le cinque gare nel 2003 fondamentali per il successo azzurro al campionato europeo di Caserta”.
MENICHELLI – Caserta 2003. Palamaggiò. Una storia mai fuori moda, perché è l’annus mirabilis in cui in Italia festeggia il titolo continentale, dopo l’1-0 alla Ucraina. Certo, la punizione di Bacaro è impressa nella memoria di tutti, ma quella partita sarebbe potuta terminare senza lieto fine, se non ci fosse stata la super parata di Ciccio Angelini in extremis, e da due passi, su bomber Koridze. Menichelli era lì, sulla panchina azzurra, come vice di Nuccorini. Il cittì dell’Italfutsal omaggia il suo ex giocatore. “Non si può non riconoscere che Gianfranco Angelini sia stato un grande portiere, a livello sia nazionale sia internazionale. Ricordo con grande piacere il periodo dell’Europeo di Caserta trascorso insieme, culminato con la conquista del titolo di campione d’Europa della nazionale italiana nella finale contro l’Ucraina”. Chi meglio di un laureato in scienze motorie e docente alla scuola allenatori di Coverciano, può spiegare le qualità di un grande atleta. “Credo che Angelini sia stato uno degli interpreti che ha meglio caratterizzato il ruolo del portiere – assicura – il suo nome rimarrà scolpito nella storia di questo sport”.
RIPESI – L’attuale tecnico del Canottierilazio, Marco Ripesi, è stato il vice di Angelini negli Europei del 2003, ha avuto modo di conoscerlo meglio di tutti, sia come persona, sia come giocatore. “Facevamo a gara a chi mangiava di più – ride – scherzi a parte, Ciccio è stato un grandissimo”. E da portiere a portiere. “Un giocatore dal grande carattere, un leader, primeggiava per la sua personalità”. Tante qualità, dunque, una su tutte. “Il senso della posizione”.
IPPOLITI – Per Luca Ippoliti, Ciccio Angelini non è stato soltanto un compagno di squadra in azzurro. Ma un grande amico. “Lo è tutt’ora – sottolinea il capitano della Lazio – anche se per un periodo era molto arrabbiato con me perché durante un Roma-BNL gli avevo segnato su tiro libero con un pallonetto”. Quante ne hanno passate insieme. Luca non dimentica Gianfranco. “Spesso ricordiamo Euro 2003 ed un episodio in particolare. Semifinale con la Spagna, stavamo vincendo 2-1 (finirà così, ndr), quando gli arbitri fischiarono una punizione molto pericolosa, a loro favore. Ciccio mi disse di mettermi a difesa della porta, però in una posizione diversa rispetto a quella che ero abituato a fare io. Quando calciarono, Ciccio la stava per deviare, arrivai io sul palo e salvai sulla linea. Gianfranco disputò un Europeo allucinante a Caserta, il portiere più forte al mondo”.
MAMMARELLA – Sant’Agostino diceva che “nel vecchio è nascosto il nuovo, e nel nuovo, il vecchio diventa chiaro. Chissà se l’erede di Ciccio Angelini sarà Stefano Mammarella. Che ha avuto il piacere di lavorare con il portierone della Nazionale. “Sì, era un quadrangolare a Martina Franca – ricorda – lì conobbi una persona speciale, un bravo e simpatico, un portiere fortissimo”. Mammarella studia da Angelini. “Io il suo erede? Per ora è una parola grande, non mi pesa affatto l’idea, è un piacere ed uno stimolo a crescere, ma spero di diventarlo perché da uno come lui c’è solo da imparare”.
Un protagonista della storia del futsal italiano… Ciao campione, già ci manchi
Fonte: www.redazionecalcioa5.it