Ci sono un napoletano, un portoghese e un brasiliano, italiano d'adozione. Potrebbe sembrare la più classica delle barzellette, in realtà Andrea Centonze, Tiago Polido e Mathias Lamers, insieme a Roberto Menichelli e l'ospite d'onore José Venancio Lopez Hierro, terranno compagnia, "alfabetizzeranno", accultureranno con le loro esperienze di campo il clinic del 14 dicembre – in programma al Royal Continental Hotel di Napoli alle ore 14.30 – uno dei tantissimi corollari all'evento principale: Italia-Spagna. Chi meglio di loro può presentare la super sfida fra gli azzurri e Furie Rosse? El partido, la partita, il doppio test match è qui.
CENTONZE – "Sono un po' emozionato, per me sarà la prima volta". Lo dice con quel solito sorriso stampato sul suo viso. Andrea Centonze fa gli onori di casa. "Italia-Spagna a Napoli è un sogno che si avvera". Già, l'ultima volta in terra partenopea era il 2003, doppio Foglia "matava" le Furie Rosse e dì a poco l'Italia avrebbe vinto il suo primo Europeo, nella celeberrima finale contro l'Ucraina. "E' un'occasione unica per guardare da vicino tutti quei giocatori che normalmente vediamo in televisione". Il tecnico del Vesevo si fa portavoce di un pensiero comune. Bisogna andare al Palazzetto. Il 14 al Palabarbuto di Napoli, il 15 al Palajacazzi di Aversa. "Dal vivo cambiano i tempi dei sistemi di gioco, il ritmo e possesso palla è diverso – dice il tecnico del Napoli Vesevo – Italia-Spagna è sicuramente un incontro dagli altissimi contenuti tecnico-tattici. Avremo l'opportunità di vedere le qualità degli spagnoli, che secondo me presseranno molto alti e con la convocazione di Fernandao proveranno anche le giocate con il pivot". Ecco una sfida nella sfida. "Quello fra Fernandao e Forte sarà proprio un bel duello". Centonze prima della gara interverrà nel clinic sulla "Difesa individuale con cambi di marcatura". Non dice molto, ma stuzzica l'appetito. "Venancio Lopez è un maestro nella difesa con i cambi di marcatura – spiega – sono un suo fan, studio da un po' questa fase di gioco e mi sono aggiornato". Provare per credere.
TIAGO POLIDO – E' iberico anche lui. Non spagnolo, bensì portoghese. Tiago Polido si accoda all'evento. "Italia-Spagna potrebbe essere tranquillamente la finale di un Europeo, un test molto importante fra due squadre che da tempo hanno intrapreso un percorso di ringiovanimento". Eccolo quel mix di tradizione ed innovazione che rende "el partido" ancora più emozionante. "C'è bisogno di questi incontri, soprattutto per i giovani, che avranno l'opportunità di crescere. In Spagna il processo del ringiovanimento è iniziato da qualche anno, ma secondo me anche Menichelli sta percorrendo la strada giusta". Ma perché la Roja è così forte, quali sono i suoi segreti? "Credo che alla base ci sia una differenza economica-strutturale-organizzativa. La loro A2 (Division de Plata, da quest'anno un unico girone, ndr) per esempio è professionistica, il lavoro e le loro metodologie sono più sviluppate. La Spagna è dotata di un gran possesso palla, ma i giocatori pensano a quello che fanno, leggono la partita nel più breve tempo possibile". Da qui l'importanza degli allenamenti e dell'acquisizione delle metodologie di gioco. L'intervento di Polido verterà proprio su questo aspetto. "Per me ogni gara è differente, anche se si gioca 100 volte contro la stessa squadra bisogna sempre costruire e diversificare gli esercizi, cercando di renderli più simili a un match, anzi anche più difficili". Il Grand Prix ha portato in auge la Spagna, capace di sconfiggere il Brasile imbattuto da quasi cinque anni. Polido frena. "Non si possono fare paragoni, sono due squadre fortissime e l'ultimo Mondiale lo ha dimostrato. Quando si vince ai rigori, oggi può toccare a me, domani a te. Io credo che il Brasile abbia più materia prima, più giocatori. In Spagna, però, c'è più lavoro di base".
LAMERS – "E' un'iniziativa molto positiva e sono sicuro che saranno due partite bellissime". E' il sunto di Mathias Lamers, che non perde occasione per ribadire il concetto guida. "Io dico sempre che noi allenatori dobbiamo essere avversari soltanto in partita – assicura l'allenatore dell'Acqua&sapone – in tal senso il clinic è un'iniziativa molto valida, avremo l'opportunità di interagire, scambiarci idee e accrescere il nostro bagaglio culturale". E poi tutti a vedere Italia-Spagna. "La forza degli spagnoli sta nella loro organizzazione tattica, superiore a tutti. Quel possesso palla, quei movimenti in marcatura vengono insegnati dagli allenatori sin da quando sono bambini, e così si cresce. Per quanto riguarda l'Italia, Menichelli sta percorrendo la via del mix fra giocatori esperti e nuovi giovani. Questo rinnovamento è sicuramente positivo e con il tempo darà i suoi frutti". Crescita, una parola che sta molto bene al fianco del calcio a 5, uno sport che si sta sviluppando in tutto il mondo. E di conseguenza il livello generale ne giova. "Il calcio a 5 è sicuramente uno sport in crescita – dice Lamers – e l'ultimo Grand Prix ne è stata la prova. L'arrivo di nuovi allenatori con le loro culture differenti, la partenza di altri verso l'estero, ha alzato il livello di molte nazionali. Ed io sono sicuro che se le altre nazioni cresceranno, questa disciplina diventerà un giorno olimpica ed è la cosa più importante". Cosa bolle nella pentola di Lamers in vista del clinic?: "Io parlerò dei principi e lo sviluppo del gioco in fase di possesso palla nel 3-1 e altre situazioni, porterò anche dei dvd". Basta, così: il resto lo scopriremo solo vivendo due splendide giornate.